Napoli, maestra aggredita dall’alunno: “Non ci voglio pensare, l’ho perdonato”

Ha perdonato il bambino che l’ha aggredita e tornerà a scuola, ma adesso è stanca e vuole soltanto riposare: risponde a fatica alle domande dal suo letto di ospedale Maria Marcello, l’insegnate della scuola elementare del quartiere Barra a Napoli che, a seguito di un colpo ricevuto da un alunno, ha subito l’asportazione della milza.

“Ora non voglio pensare a niente – dice – voglio solo riposare”. E quando le si chiede se sia disposta a perdonare il bambino e se voglia tornare nella scuola di Barra ha solo la forza di annuire. La maestra è stanca e soffre per via dei punti che ha sull’addome, ma è tranquilla. Si agita solo quando ricorda quello che le è successo e ribadisce che il ragazzino si è scagliato contro di lei, dandole calci e pugni.

L’insegnante è stesa nel suo letto all’ospedale Villa Betania, di fianco ha un mazzo di fiori che le ha mandato un alunno. È sofferente, molto pallida, ma ha i capelli biondi in perfetto ordine e un sorriso sottile. Nella stanza con lei ci sono la madre, qualche collega e il consigliere della VI municipalità, Vittorio Merito, che le ha portato dei fiori.

Questa mattina il marito e i figli l’hanno lasciata sola per qualche ora per partecipare alla supplica del santuario della Madonna di Pompei. Durante il rito religioso il sacerdote ha anche voluto ricordare quanto accaduto alla maestra. “Ringrazio i medici e le colleghe che mi hanno soccorsa – dice l’insegnante – loro mi hanno salvata”. Il direttore sanitario dell’ospedale, Antonio Sciambra, spiega che la donna ha seriamente rischiato la vita, che adesso è fuori pericolo, ma deve riposare.

I genitori del bambino: “Siamo addolorati”. Intanto parlano anche i genitori del bambino protagonista dell’aggressione, che ora sembra smarrito, non dice una parola, abbassa gli occhi. “Siamo addolorati per quello che è accaduto alla maestra. Siamo andati subito a trovarla in ospedale – dicono -, e non è stato possibile incontrarla”.

“Sono molto dispiaciuta per quello che è successo – dice la madre -. Quell’insegnante era andata al lavoro, come tutti gli altri giorni, a fare il suo lavoro. E invece è finita in ospedale, perdendo addirittura la milza. Ci siamo messi nei panni dei suoi figli. Mio figlio ha sbagliato, ma va anche difeso, adesso”. I genitori, tuttavia, parlano anche di tre anni di segnalazioni inascoltate da parte della scuola.

“Proprio giovedì eravamo andati, ancora una volta, a scuola, per segnalare alla direttrice che quel compagno difficile da gestire dava fastidio a nostro figlio. Lo avevamo fatto per tre anni, senza ottenere alcun risultato”, dice la madre del bambino. I genitori dell’allievo finito sotto accusa discordano anche sulla ricostruzione dell’aggressione: “La maestra deve ricordare bene come sono andate le cose, perché non è stata un’aggressione con calci e pugni; è stata colpita con uno schiaffo”, dicono.

“La responsabilità, comunque, sono delle altre insegnanti e della direttrice – continuano – che non hanno mai raccolto le nostre segnalazioni”. “Nostro figlio ha sbagliato – conclude indicando il bambino che l’ascolta in soggiorno senza fiatare – io gli insegno che non bisogna mai rispondere, o alzare le mani, neanche per gesticolare. E suo padre lo ha già punito”.

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Robertar