Napoli, arrivano le ruspe nel campo rom di Giugliano

GIUGLIANO (NAPOLI)  – Non vogliono lasciare Giugliano perché, racconta l’Ansa, i loro figli sono nati in zona e frequentano le scuole comunali della città alle porte di Napoli. I circa 300 nomadi sfrattati dalla zona industriale, per questo motivo, non sono andati molto lontani, continuando a vivere in condizioni precarie. E così mentre le ruspe, sotto l’occhio delle forze dell’ordine stavano abbattendo le loro baracche, realizzate alla meglio, loro si sono sistemati con le auto ed i caravan a qualche chilometro di distanza, senza acqua e luce e nell’attesa di una sistemazione migliore.

La decisione dello sgombero è stata presa perché i nomadi – come ormai accertato da anni – vivevano in condizioni igienico sanitarie precarie, tra cumuli di rifiuti. Uno degli insediamenti – la suddivisione era per etnia – era invaso dai ratti che sono emersi dai cumuli di spazzatura al rumore dei motori dei bulldozer. Il Comune di Giugliano ha realizzato un piccolo villaggio con 25 moduli abitativi che può ospitare fino a 200 persone. Altre 300, accusa l’Opera Nomadi, sono state allontanate senza pero’ che sia stata indicata una alternativa. Sulla stessa lunghezza d’onda padre Alex Zanotelli che ha tentato di aver un colloquio con la prefettura per rappresentare le ”ragioni di questa povera gente”.

Questa mattina le ruspe sono entrate in azione. Lo sgombero sarebbe dovuto avvenire già lo scorso 30 marzo ma fu rinviato perché era il giorno dei funerali di Batista, di appena 13 mesi, figlio di una coppia residente in zona da circa 20 anni e morto per una gastroenterite. Le operazioni sono avvenute senza alcun problema. I nomadi non hanno fatto resistenza e sono andati via.

Sul posto un ingente schieramento delle forze dell’ordine. E ancora i vigili del fuoco, i tecnici ed impiegati comunali. In poche ore il campo è stato demolito. Ora però bisognerà avviare la bonifica dei suoli ma la data di inizio non è ancora nota. Invece, tra poche settimane sarà avviata la costruzione del muro che gli imprenditori della zona hanno fortemente voluto a tutela delle loro attività: costerà 300mila euro. In passato in zona si sono registrati diversi furti, anche dei cavi dell’energia elettrica e della rete telefonica. Nelle vicinanze del campo sono state trovate decine di carcasse di auto, completamente smontate e date alle fiamme.

”Non era più possibile far vivere delle persone in queste condizioni – dice Angelo Punzi, presidente del Consorzio degli imprenditori giuglianesi – e per questo lo sgombero era necessario. Ora però bisogna investire e rilanciare”. Via i nomadi – con i quali la convivenza in diverse occasioni non è stata affatto facile – gli imprenditori dicono che le 54 aziende, con 1500 dipendenti, possono avviare una nuova fase di rilancio. ”Non ci sono più alibi, e per nessuno – aggiunge ancora Punzi – ora è il momento di agire”.

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