
Nasce l’Università del cibo: quattro atenei emiliani già pronti, l’annuncio al Cibus di Parma (3-6 maggio)
Nasce in Emilia l’Università del cibo. La notizia è fresca. L’ha annunciata il governatore Stefano Bonaccini sul palcoscenico mondiale di Cibus Parma, la prima grande fiera internazionale dell’agroalimentare (3-6 maggio) davanti a centinaia di buyer esteri e tremila espositori.
E con la “benedizione” del presidente Sergio Mattarella che ha inviato un messaggio particolarmente gradito. Ecco il passaggio centrale: “L’industria alimentare e la sua filiera, con l’acuirsi della crisi internazionale, hanno urgente bisogno di risposte finalizzate al superamento della fase emergenziale e alla proiezione verso una prospettiva di rilancio e duraturo sviluppo”. E poi ha rimarcato l’impegno fieristico “a valorizzare la nostra straordinaria biodiversità agroalimentare “.
QUATTRO ATENEI GIÀ PRONTI
Sono le Università di Bologna, Ferrara, Modena-Reggio; con Parma capofila. “Al pari di ciò che è stato compiuto per quello dell’automotive – ha spiegato Bonaccini – ora la Regione lancerà l’Universita’ del food così come abbiamo fatto con l’istituzione “Motorvehicle University of Emilia Romagna “. Chiameremo le più grandi aziende dell’agroalimentare. Formeremo personale pronto ad affrontare le sfide del futuro.
FULCRO MONDIALE DEL FOOD
Il progetto è ambizioso: fare dell’Emilia Romagna il centro internazionale delle eccellenze enogastronomiche. Le cifre lo legittimano. Il comparto da solo vale il 16% del totale dell’export agroalimentare nazionale, primo in Europa per numero di DOP e IGP (44 per il settore alimentare e 30 per quello dei vini). E primo in Italia per valore delle DOP e IGP alimentari: 3,1 miliardi di euro, oltre il 40% del valore nazionale. Di più : sale il valore della produzione a 4,5 miliardi (+ 8%) e cresce l’occupazione (+ 13%). Le specialità più vendute all’estero? Carni lavorate, lattiero-caseari, prodotti da forno.
UNA PIRAMIDE CULINARIA FAMOSA NEL MONDO
In cima ci sono naturalmente il Parmigiano reggiano e il prosciutto di Parma. Poi un lungo elenco di eccellenze gastronomiche da assaggiare almeno una volta nella vita. E ricordiamo la mortadella di Bologna, lo zampone e il cotechino di Modena, la coppa piacentina, il culatello di Zibello, l’aceto balsamico tradizionale di Modena e Reggio Emilia, il formaggio di fossa di Sogliano, lo squacquerone di Romagna, il Panpepato e la salama da sugo di Ferrara, l’agnello tipico dell’Appennino. L’Universita’ avrà il compito di preservare e promuovere questi giacimenti gastronomici, identità e cultura del Made in Italy.
