CAGLIARI, 15 GEN – La crociera di una vita e' finita sul terzo ponte di poppa, ormai allagato. Il gigante del mare, ferito a morte da uno scoglio davanti all'Isola del Giglio, si e' portato via il sogno accarezzato per anni da Giovanni Masia: un secondo viaggio di nozze, allargato alla famiglia, che avrebbe proiettato lui e la moglie fuori dalla Sardegna per la prima volta dopo il matrimonio. Una vita di lavoro e sacrifici quella di Giovanni, interrotta bruscamente alla soglia dei suoi 86 anni.
Quando i sub della Guardia Costiera hanno avvistato il suo corpo insieme a quello di un altro passeggero spagnolo, entrambi indossavano il giubbotto salvagente. Ma non hanno fatto in tempo a raggiungere le zone piu' sicure della nave per scampare al disastro.
La moglie, Giuseppina Puddu, di 83 anni, si e' salvata. Il figlio Claudio, di 49, cassintegrato della Ila di Portovesme, aveva deciso di accompagnare gli anziani genitori in questo viaggio tanto agognato. E' stato lui a mettere sulle scialuppe di salvataggio i figli di 8 e 13 anni, la moglie e una nipotina. Poi ha cercato i genitori: d'istinto ha preso in braccio la madre e l'ha issata a bordo. Quando e' tornato a prendere il padre, purtroppo non c'era piu'. Secondo le prime testimonianze il pensionato si sarebbe separato dalla moglie durante la cena al momento del black out successivo all'impatto tra la nave e lo scoglio. Messa al sicuro quasi tutta la famiglia, Claudio ha deciso di restare in Toscana per cercare il padre. Tutti gli altri sono rientrati ieri sera con un volo da Roma. La signora Giuseppina era in sedia a rotelle, con una grande coperta sulle gambe per difendersi dal freddo: provata ma contenta di essere a casa, ignara della sorte del marito.
Dal centro industriale del Sulcis erano partiti in 35, affidandosi prima ad un operatore turistico locale poi ad un'agenzia di viaggi di Cagliari. Il gruppo si era imbarcato sulla Costa Concordia mercoledi' scorso dallo scalo del capoluogo sardo. Complessivamente erano 208 i sardi a bordo, 142 partiti da Cagliari, gli altri da Civitavecchia. A Portoscuso c'e' dolore e incredultia' per la morte di Giovanni, molto conosciuto in paese. ''Una persona stimata e grande lavoratore – racconta Marinella Grosso, assessore provinciale residente a Portoscuso – ancora non ci si riesce a capacitare per quanto e' successo. C'e' sofferenza e dolore nelle parole della figlia Loredana quando risponde al telefono''.
''Era una famiglia molto unita – sottolinea Angelo Cremone, vicino di casa – Ogni giorno mi fermavo a parlare con Giovanni e la moglie che passeggiavano ancora mano nella mano. Mi hanno detto che volevano fare questo viaggio da tempo, mi hanno spiegato che ci tenevano anche perche' e' una famiglia particolarmente unita''. Domani la figlia e il genero della vittima partiranno per riportare la salma del congiunto a casa.
