ROMA – Negozi aperti, negozianti chiusi. Negozi aperti se e quando si vuole, non c’è obbligo, si introduce libertà. Ma negozianti chiusi a difesa dell’obbligo a restare aperti solo negli orari chiusi dalle regole di sempre. Dicono i commercianti che a restare aperti ci rimettono. Mai conosciuto un commerciante che non dice che ci rimette? Dicono che l’orario libero serve solo alla grande distribuzione. Forse, ma la grande distribuzione serve ai consumatori. Dicono che chiuderanno bottega tutti. Ma non hanno chiuso le botteghe dove è arrivata la grande distribuzione. Dicono che le città diventeranno insicure e rumorose con le saracinesche aperte ad orario libero, che ci sarà confusione, anzi caos. Che un mondo così è impossibile. Infatti è impossibile New York ed è impossibile, non esiste il resto del mondo. Dicono che è un favore ai cinesi, agli indiani, ai…marziani. Dicono, insieme a politici di destra e sinistra, che è un “cedimento al consumismo”. E a nessun vien da sorridere alla vista dei commercianti in processione contro il falso dio del “consumismo”. Dicono senza saperlo ma con coerenza della natura profonda dell’Italia che c’è: perdutamente invaghita dell’immobilità, mobilitata a “resistere, resistere, resistere” perché nulla cambi mai. Neanche senza obbligo, neanche per libera scelta.