Nel prezzo di mele, pere, patate…la “tassa camorra e mafia” che tutti paghiamo

Le mele “passano” da un costo unitario alla produzione di 50 centesimi ad un prezzo di vendita di due euro e cinquanta: “ricarico” del cinquecento per cento. I kiwi sono meno “esosi”: passano da un euro a due euro e venti centesimi: ricarico del 220 per cento. Le pere emulano le mele: da 0,45 a due euro, ricarico del 444 per cento. Le patate reggono il confronto: da 0,27 a un euro e dieci: ricaricate del 407 per cento. Le carote da 0,25 a un euro e dieci, ricaricano del 440 per cento. E ancora: zucche da 0,50 a un euro e 45 (ricarico 290 per cento), spianaci da 0,70 a due euro tondi (ricarico del 350 per cento), i cavoli da 0,27 a 0,90 (ricarico del 333 per cento). Insomma a compraserla la frutta e verdura costa al consumatore circa il quadruplo di quanto incassa chi la coltiva e poi la vende la prima volta.

La prima volta, perchè poi ce n’è un’altra e un’altra e un’altra di vendita e di passaggio di mano. Si chiama “filiera” e tutti sanno che in Italia è “lunga”, una lunga catena di cui ogni anello moltiplica il prezzo finale al consumo. Fatta base cento il costo di una merce ortofrutticola, 20 va al produttore, 40 ai dettaglianti o alla grande distribuzione (negozi o supermercati), il restante 40 è “filiera”, cioè grossista, mercati generali, trasporti, intermediari vari. Un quaranta grasso e grosso, si sapeva. Quel che non si sapeva, ma era lecito sospettarlo, è che a “gonfiare” quel quaranta c’era e c’è il “ricarico” della criminalità. La criminalità organizzata, mafia, camorra e ‘ndrangheta, che pretendono e ottengono il “loro”. Non tanto e non solo tangenti, ma proprio “costo” dei “servizi” offerti. Trasportare, imballare, conservare, far arrivare e immagazzinare nei mercati generali sono attività sotto il controllo e gestione della criminalità organizzata. Lo dimostrano la storia e l’indagine relativa al mercato ortofrutticolo di Fondi, il più grande mercato italiano, il secondo in Europa dopo Parigi, 800 milioni di fatturato annuo. Qui è la camorra a stabilire i prezzi e quindi il “ricarico”. Quando andiamo a compare frutta e verdura compriamo merce con incorporata la “tassa camorra” e il “pizzo mafia”. Anche questa è economia, economia “nera”.

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Mino Fuccillo