Nocera, neonato rapito: si indaga nell’ospedale

Luca Cioffi

Ricostruire gli spostamenti della donna dal momento in cui è entrata nell’ospedale a quando ha fatto perdere le sue tracce: gli investigatori stanno ascoltando i medici, gli infermieri e i pazienti, non solo del reparto maternità dell’ospedale Umberto I di Nocera Inferiore, per cercare di avere chiaro ogni movimento della falsa infermiera che nel pomeriggio ha rapito il piccolo Luca.

Al momento, secondo quanto si apprende, le testimonianze raccolte non avrebbero fornito elementi ritenuti interessanti, anche in considerazione del fatto che la donna si sarebbe comportata come una vera e propria infermiera, senza tenere atteggiamenti che potessero insospettire i presenti.

Chi è già stato ascoltato verrà comunque risentito, anche perché è stato confermato che le telecamere dell’ospedale non funzionano e dunque ogni testimonianza può essere fondamentale. La donna, hanno al momento ricostruito gli investigatori, è entrata nella stanza dicendo alla madre di Luca che il bambino doveva essere portato al nido per una piccola medicazione.

Con la mamma, la falsa infermiera avrebbe anche scambiato alcune parole, prima di allontarsi con la culla del piccolo. Della scomparsa di Luca si sarebbe accorta, sempre secondo quanto si è appreso, un’infermiera – stavolta vera – che dopo circa una mezzora dal momento dell’uscita della donna dalla stanza, avrebbe notato la culla, vuota, appoggiata al muro del corridoio, nei pressi della stanza.

A quel punto è scattato l’allarme e sono iniziati i controlli a tappeto in tutto l’ospedale: un tempo sufficiente per la donna, sottolineano fonti qualificate, ad allontarsi in tutta tranquillità, soprattutto se l’azione non è stata improvvisata, come sembrerebbe.

Dalle prime informazioni raccolte tra i familiari di Fabio Cioffi e Annalisa Fortunato, inoltre, gli investigatori tenderebbero ad escludere che il rapimento possa esser stato compiuto da qualcuno che conosceva la famiglia. Anche per questo nelle prossime ore verranno effettuate ricerche a tappeto su tutte quelle situazioni in cui donne si sono rivolte a strutture sanitarie per affrontare problemi legati alla maternità. Di Nocera inferiore ma anche del resto della Campania.

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Maria Elena Perrero