ROMA – Ventisei tonnellate di carne bovina sequestrate dai carabinieri in due stabilimenti Nestlé del Piemonte. Obiettivo: verificare se nella carne, usata per i preparati dell’azienda, ci sia carne di cavallo o sostanze non lecite. Il ministro della Salute, intanto, promette la prossima apertura di una anagrafe sanitaria per gli equini per verificare la tracciabilità di questi animali.
Giovedì, su disposizione del Ministero della Salute, i Carabinieri del Nas hanno posto sotto sequestro 26 tonnellate di carne bovina macinata cotta e surgelata della Nestlé. Le operazioni, rende noto il ministero, hanno avuto luogo da parte del Nas di Torino presso la S.A.F.I.M. di None (TO) dove sono state sottoposte a sequestro cautelativo sanitario 19 tonnellate di carne bovina macinata cotta e surgelata della Nestlé, per un ulteriore campionamento da sottoporre all’Istituto zooprofilattico del Piemonte per la ricerca del DNA di cavallo e di eventuali tracce di farmaci non ammessi. Analoga operazione è stata effettuata dal NAS di Alessandria presso lo stabilimento Nestlé di Moretta (CN) per un totale di oltre 7 tonnellate. Il sequestro cautelativo sanitario, spiega il ministero, ”rappresenta una misura coercitiva temporanea di carattere sanitario che consente di vincolare le derrate alimentari fino all’esito delle analisi”. Fino ad oggi i Carabinieri dei NAS hanno eseguito oltre 100 campioni di prodotti a base di carne bovina macinata di 60 marche diverse.
La Nestlé ha specificato che la carne oggetto del maxisequestro ”è la stessa già volontariamente bloccata nei magazzini dell’azienda nei giorni scorsi a seguito delle analisi effettuate autonomamente nei propri laboratori”.
Il ministro della Salute Balduzzi, mentre ripete che comunque non ci sono pericoli per la salute, annuncia che firmerà nei prossimi giorni un’ordinanza per l’istituzione della nuova anagrafe sanitaria degli equidi, che prevede la notifica di tutti gli esami sanitari effettuati sui cavalli, a tutela della tracciabilità degli animali e della salute pubblica. L’ordinanza, spiega il ministero, si è resa necessaria anche per il fatto che, a causa della crisi del settore ippico, ”si sta verificando una diminuzione e in alcuni casi la cessazione dell’attività di numerosi impianti sportivi con la conseguenza che i cavalli non più impiegati in attività sportive potrebbero essere introdotti illecitamente nella catena alimentare umana”.
”Non vi sono pericoli per la salute dei cittadini e tutti i controlli sono stati attivati” anche con la ”preziosa collaborazione dei Carabinieri del Nas”, ha detto Balduzzi. ”Si tratta di controlli costanti. Le carni e gli allevamenti sono monitorati tutti i giorni dai tecnici del ministero, delle Regioni, delle singole Asl e dei Nas”.