CASTIGLIONE DEL LAGO (PERUGIA), 4 FEB – Non e' mai salito oltre lo zero, il termometro la notte scorsa a Castiglione del Lago, sulle rive del Trasimeno, dove sta nevicando da mercoledi' scorso: e' per questo che un senzatetto, di origine tedesca, aveva trovato rifugio all'esterno della rocca medievale in una sorta di nicchia, coprendone l'ingresso con un telo. Stamani l'uomo (l'eta' e' ancora da definire, ma potrebbe avere tra i 50 e i 60 anni) e' stato trovato morto.
La causa, pero', non e' l'assideramento, come si pensava in un primo momento: dalle prime ricognizioni cadaveriche, compiute dal medico legale su disposizione della magistratura, non sarebbe stato il freddo ad uccidere il clochard. Piu' probabili (ma su questo punto non c'e' ancora una risposta definitiva) un arresto cardiaco o una ischemia cerebrale. Rispetto ai quali potrebbero comunque avere avuto un ruolo di causa scatenante proprio le basse temperature della notte scorsa.
A trovare il cadavere del senzatetto sono stati gli agenti della polizia municipale castiglionese, avvertiti da un cittadino del posto. Il clochard tedesco era una figura conosciuta a Castiglione del Lago, dove alcuni lo ricordano protendere la mano all'esterno di un centro commerciale della zona. Di lui si erano interessati anche i servizi sociali del Comune di Castiglione del Lago, segnalandone il caso alla Caritas, che gli aveva offerto accoglienza nelle proprie strutture: un'offerta, pero', che il senzatetto tedesco aveva rifiutato.
Per Stella Cerasa, responsabile del centro di ascolto della Caritas di Perugia, quello dei senzatetto ''e' un fenomeno contenuto nei numeri ma non nella sua tragicita'''. ''Abbiamo una struttura – spiega – che sarebbe sbagliato chiamare dormitorio. E' infatti una bella casa di accoglienza che di giorno, nei periodi in cui il clima lo consente e non certo in questo, viene tenuta chiusa per spronare le persone a trovare un lavoro''. Dispone di 12 posti letto, riservati agli uomini, che sono quasi sempre occupati. ''Ne teniamo comunque uno o due liberi – dice ancora Stella Cerasa – per essere pronti a fronteggiare eventuali emergenze dell'ultimo momento''. La responsabile del centro d'ascolto della Caritas rivela che negli ultimi sette-otto mesi l'utenza e' cambiata. ''Prima – afferma – erano quasi tutti stranieri mentre adesso abbiamo molti italiani, di 50-55 anni, disoccupati da due o tre mesi e magari con affitto e bollette arretrate. Gente che nulla aveva avuto a che fare con il mondo dell'emarginazione''.
Stella Cerasa dice di avere conosciuto pochi clochard che abbiano rifiutato un posto nelle strutture di accoglienza. ''E comunque – conclude – perche' uno rifiuti un posto al caldo rimane un vero enigma''.
