
Nidi, asili e centri estivi, la difficile riapertura (Ansa)
ROMA – Da oggi il Comitato scientifico (Cts) che accompagna l’azione del Governo sta esaminando tute le proposte sulle regole d’ingaggio per consentire la riapertura – parziale, condizionata – di asili, nidi e centri estivi.
Triage, termoscanner, sistema a “isole”
“Triage” esterni all’ingresso degli edifici (un po’ come funziona lo smistamento iniziale nei Pronto soccorso).
Misurazione della febbre preventiva e verifica condizioni generali di salute.
Lavaggi di mani obbligatori e frequenti, un sistema a “isole” per formare gruppetti di tre, al massimo 7 bambini seguiti da un singolo operatore.
A grandi linee sono queste le disposizioni operative elaborate di concerto tra ministeri, Comuni, pediatri per consentire un’estate sostenibile per le famiglie con genitori lavoratori e figli fino a 6 anni.
La priorità d’accesso è assicurata alle famiglie monoparentali, a chi non può svolgere il suo lavoro in smart-working, ai figli con disabilità.
Proviamo a seguire un bambino che si avvia all’asilo
Intanto il giorno prima mamma o papà avranno già provveduto a ritirare il certificato medico per grandi e piccoli: il bambino sta bene, magari un’ultima occhiata al termometro per entrambi, perché non si sa mai.
La mattina il bimbo sarà accompagnato dal padre o dalla madre (sempre lo stesso di uno dei due, molto meglio), nonno e nonna per questa fase meglio farli stare a casa o comunque lontano dai nipoti.
Mamma o papà dovranno rispettare una puntualità rigidissima: gli ingressi saranno scaglionati per evitare assembramenti, ogni 5/10 minuti entra un minuscolo drappello.
All’ingresso, primo scoglio: in guanti e mascherina un operatore gli misurerà la febbre con il termoscanner, sopra 37 e mezzo di temperatura, torna subito a casa (nel frattempo si sarà lavato le mani alla fontanella nuova).
Una volta dentro (e sperando che non piova così i bambini potranno giocare all’aria aperta e non restare in spazi chiusi più favorevoli al contagio) la maestra o l’educatore, sempre mascherati, si prenderanno cura del bambino.
Fino a 3 anni il piccolo giocherà e interagirà con solo due suoi “colleghi” e un solo operatore (fino a 5 anni un adulto ogni 5 bambini, fino a 7 uno ogni 7).
Condizioni incompatibili con una ripresa soddisfacente
Niente giocattoli da fuori, niente merende da casa, nessun contatto con i bambini degli altri gruppetti.
Quanto alle mascherine – sì o no, obbligatorie o no e se sì fino a che età – il Comitato scientifico ancora non ha deciso.
Un piano irrealistico, condizioni impossibili?
Ognuno può farsene un’idea, di certo i bambini a qualcuno bisogna pur affidarli.
Che i bambini giochino fra di loro, si tocchino o interagiscano fuori e a dispetto di regole per loro incomprensibili, è da mettere in conto.
Che il numero di operatori e maestri (“giovani e in buona salute” stabilisce il piano) che serve ci sarà è tutto da dimostrare.
Le condizioni poste al momento sembrano incompatibili con una riapertura equilibrata e soddisfacente delle attività pedagogiche.
Ma da qualche parte toccherà pure cominciare. (fonte La Repubblica)