«Mi sembra impossibile che un ente pubblico come il Comune non possa aiutare una famiglia in difficoltà come la mia», si sfoga così Giorgia, mamma di un bimbo di cinque anni che non ha saldato un debito di 460 euro con la scuola materna dove è iscritto il figlio.
La struttura comunale ha negato il pasto al piccolo per via di quei buoni pasto mai pagati. La donna, separata e madre di tre figli, ha raccontato la sua storia al «Il Mattino di Padova».
Si è vista consegnare un foglietto scritto a mano con il quale la scuola materna chiedeva ai genitori di venire a prendere il piccolo prima del pranzo, in mancanza del buono pasto.
Così ha tenuto il figlio a casa per evitare di fargli sentire disparità con i compagni. Giorgia ammette il debito, dovuto al fatto – ha spiegato al giornale – che da quando è separata dal marito riesce a malapena a sbarcare il lunario. Ma sostiene di aver chiesto, senza risultato, di poterlo rateizzare, tenendo conto della sua difficile situazione economica e familiare.
L’assessore comunale alle politiche scolastiche, Claudio Piron, che ha avviato una indagine complessiva sulle richieste di esenzione dal costo della mensa degli asili, dopo che queste ultime erano lievitate negli ultimi due anni da 440 a 1500, ha smentito la versione della mamma.
«Nessuna domanda di raiteizzazione del debito è mai arrivata – precisa Piron – così come nessun documento ci è mai stato consegnato per attestare, come dovuto, che quello del bambino fosse un caso fosse anomalo».
Per Piron, chiedere alla madre di venire a prendere il figlioletto prima dell’ora dei pasti, in mancanza del pagamento del debito, «è stato l’unico modo per farle capire che non stava rispettando un patto preso con la stessa scuola materna».
Lo riporta l’Ansa.