Attenti alla banconota da 20 euro: il 47 per cento del mezzo milione di biglietti falsi sequestrati In Europa nel solo secondo semestre del 2009 è appunto quello azzurrino. Fatte le proporzioni, in Italia di “carte da 20” false ne sono state trovate settantamila. Settantamila in sei mesi. Settantamila trovate, quindi in circolazione ce ne devono essere stati almeno il triplo nello stesso periodo. Più in generale, da quando è stato introdotto l’euro, in Italia è stato scoperto un milione e mezzo di banconote fasulle, l’Italia contribuisce al fenomeno dei biglietti falsi per il 25 per cento del totale (la Germania per il nove per cento, la Spagna per il 15 per cento, la Francia per il 30 per cento).
Come si scoprono, quando si scoprono, i soldi falsi? Toccandoli, guardandoli, muovendoli tra le dita. Non sono i consigli della nonna, sono le indicazioni della Banca Centrale Europea. Altri sistemi sicuri non ci sono, non c’è “macchinetta” che tenga: i falsari sono abili, preparati, documentati, tecnologici. Quindi, guardare: i biglietti da 20 falsi hanno spesso una tonalità di colore più cupo, quelli falsi da cinquanta hanno la “c” di Bce leggermente modificata. La filigrana falsa la scopri guardando in controluce, lo stemmino luccicante, quando è fasullo, luccica ma anche lui, ma è più sfumato.
E se non avete il polpastrello sensibile, la lente di ingrandimento, il microscopio? Consolatevi: il danno pro capite da banconote false è di sei centesimi l’anno. Però è una consolazione come quella della statistica per cui se uno mangia un pollo e l’altro digiuna, risulta che si mangia mezzo pollo a testa. Tra biglietti da venti e da cinquanta falsi, meno falsificati quelli da dieci e cinquecento, tra banconote false ritrovate e sequestrate e quelle che nessuno blocca, fanno all’incirca una mezza milionata di falsi all’anno. Che girano e quindi le occasioni di trovarsene uno in mano vanno moltiplicate per i tanti giri che il biglietto fa. Le autorità ovviamente non possono dirlo, ma la vera “garanzia statistica” di non restare con il cerino in mano è l’alta probabilità di rifilarlo a tua volta ad un altro, senza neanche saperlo, il biglietto falso.
Attenti dunque, nei limiti del possibile. Ma talvolta qualcuno il falsario se lo merita, anzi lo chiama. Qualcuno in questi anni, pochi ma sempre incredibilmente troppi, è riuscito a spacciare biglietti da 300 e 600 euro. Non esistono ma qualcuno se li è presi come buoni. In questo caso il falsario creativo ha un complice e in fondo un’attenuante: la stupidità umana.
