Non è tutto italiano quel che sembra: occhio a olio, pomodori, prosciutti…

ROMA – Non è tutto italiano quel che sembra: crisi e maltempo tagliano i raccolti e l’Italia è costretta ad importare più di un quarto del fabbisogno alimentare. L’allarme è stato lanciato da Coldiretti e Fedagri-Confcooperative che mettono in guardia circa il rischio frodi alimentari: olio, vino, pomodori, prosciutto potrebbero non essere autentici Made in Italy.

Secondo le stime di Coldiretti il maltempo colpisce forse più della crisi nei campi italiani dove si registra un crollo record del 7,3 per cento nell’ultimo trimestre del 2012 rispetto all’anno precedente. Ad esempio tra i prodotti simbolo del Made in Italy, riporta la Coldiretti, la vendemmia si è attestata sui valori minimi da quasi 40 anni, per un totale di appena 40 milioni di ettolitri e la produzione italiana di olio di oliva è scesa a 4,8 milioni di quintali, con un calo del 12 per cento.

Il rischio, avverte Coldiretti, è quello di “un aumento delle importazioni di ingredienti di diversa qualità da spacciare come Made in Italy come il concentrato di pomodoro cinese, l’extravergine tunisino, le mozzarelle taroccate ottenute da latte in polvere, paste fuse e cagliate provenienti dall’estero”.

A ciò si aggiungono le stime sull’importazione di carni della Fedargri-Confcooperative che osserva: “L’Italia dopo Giappone, Regno Unito e Russia, è il quarto importatore netto di carni suine a livello mondiale. Questo non significa che la carne non sia sicura ma è chiaro che i consumatori italiani (e la loro salute) sono totalmente dipendenti dalla diligenza o dalla negligenza degli operatori esteri”.

Ecco i prodotti più colpiti da frodi alimentari, sui quali è bene stare in campana:

PANE, PASTA, FARINE

L’Italia importa circa il 40% del frumento duro per produrre la pasta. Più alta la percentuale di importazione del frumento tenero, necessario per produrre il pane: 60 per cento. Farine, pane e pasta: nel 2012 solo i carabinieri del Nas hanno sequestrato quasi mezzo miliardo di prodotti contraffati, il 16% complessivo è dei derivati dai cereali che non sono protetti da etichette d’origine.

LATTE

Tre cartoni su 4 di latte a lunga conservazione sono di provenienza straniera senza alcuna indicazione sull’etichetta. Così come la metà delle mozzarelle è prodotta con latte o cagliate di importazione. Nell’ultimo anno l’Italia ha importato 1,8 miliardi di chili di latte in cisterna (Sterile e UhT) e 500 milioni di litri già confezionato. Si stima un import di 86 milioni di chili di cagliate e 130 milioni di chili di polvere di latte di cui circa 10 milioni di chili di caseina utilizzati in latticini e formaggi.

CARNE

L’importazione di carni fresche e surgelate (suini) è aumentato dello 0,8% nel 2012 rispetto al 2011 fermandosi poco al di sotto del milione di tonnellate per un valore di 1,85 miliardi (+4,8% rispetto al 2011). La carne bovina importata raggiunge il 40% della produzione. Quella suina è ferma al 35% mentre l’Italia è più che autosufficiente per quanto riguarda la produzione di pollo e uova.

PROSCIUTTI

Tre prosciutti su quattro sono ricavati da maiali allevati all’estero. L’Italia – sottolinea la Coldiretti – ha importato 62 milioni di cosce di maiale destinate, con la trasformazione e la stagionatura, ad assumere l’etichetta “Made in Italy” con un inganno nei confronti dei consumatori. Senza considerare i danni ai produttori per concorrenza sleale.

POMODORI

Nel 2012 sono stati importati dalla Cina oltre 80 milioni di chili di pomodori conservati destinati a una nuova lavorazione industriale per la produzione di prodotti Made in Italy.Si stima circa il 10% della produzione nazionale.

OLIO D’OLIVA

Siamo i secondi produttori al mondo di olio d’oliva ma anche i maggiori importatori. La produzione nazionale del 2012 è stata pari a 4,8 milioni di quintali. Le importazioni hanno raggiunto i 5,5 milioni di quintali mentre l’export è di 380 milioni di quintali. In pratica l’Italia importa olio da miscelare con quello nazionale e da vendere in Italia e nel mondo come Made in Italy.

Published by
Daniela Lauria