ROMA – “Ritengo che la mia incolumità psicofisica di difensore d’ufficio del signor Alfredo Davanzo, unitamente alla sua volontà di non avvalersi delle mie prestazioni professionali, siano valori di interesse superiore rispetto all’obbligatorietà della difesa d’ufficio”. Lo afferma l’avvocato dell’ideologo delle Nuove Br-Pcpm, giovane professionista sorteggiata dalla Corte d’Assise per assicurare una difesa a Davanzo nel proceso d’appello di Milano. L’avvocatessa, G.D., 30 anni, era stata nominata il 15 maggio scorso dopo che Davanzo aveva come gesto politico rinunciato alla difesa.
Seconda quanto riporta il Corriere della Sera, la giovane avvocato spiega di lasciare perché l’imputato Br “espressamente ha dichiarato di non accettare la rappresentanza da parte di alcun difensore, esternando intimidazioni nei confronti di chi avesse assunto l’incarico”. Perciò, aggiunge, “non mi trovo nelle condizioni di sufficiente calma e tranquillità per portare a termine l’incarico in ragione delle attuali condizioni sociopolitiche e delle pregresse vicende di terrorismo del nostro Paese”.
A rinunciare al suo difensore di fiducia era stato anche un altro degli imputati, Vincenzo Sisi. Prima di entrare nell’aula d’udienza il 22 maggio, il suo legale nominato d’ufficio, il giovane avvocato Emanuele Di Salvo, ha chiarito che lui “farà quello che deve fare”, ossia difendere l’imputato, “perché questo è quello che ci hanno insegnato”.
Per l’ avvocato Giuseppe Pelazza, difensore di fiducia di Davanzo e Sisi, “forse la giovane avvocatessa si è sentita un po’ spaesata in questo contesto, perchè questo è un processo con dinamiche di tipo politico e la decisione di Davanzo e Sisi è un gesto politico che rientra nella loro linea”. Ora all’inizio dell’udienza la corte dovrà valutare la rinuncia al mandato del difensore d’ufficio.