ROMA – Dalla nostrana Elisabetta Canalis agli hollywoodiani Robert Downey Jr, Jamie Lee Curtis, Blake Liverly e Anna Wintour. Il 19 giugno inizia il processo al blogger Gianluca Neri alias Macchianera, Selvaggia Lucarelli e Guia Soncini con l’accusa di aver “hackerato mezza Hollywood”. Mail, messaggi e foto spiate che i tre avrebbero, secondo le accuse, provato a rivendere a riviste di gossip o messo insieme per tirare su un nuovo blog.
La replica di Macchianera e di Selvaggia Lucarelli non si sono fatte attendere, sottolineando che in Procura non esistono dispositivi a loro nome che contengano file segreti né, tantomeno come sottolinea neri, l’ambita mail di divi come Robert Downey jr.
Marianna Aprile scrive su Oggi che i dispositivi in mano della Procura sono molti e l’hackeraggio risale al 2010:
“Quando il processo inizierà, sui giornali finiranno tutte le mail dei famosi che hanno lasciato traccia su Pc, chiavette Usb e cellulari degli indagati (in totale, 26 dispositivi), analizzati in 69 pagine finite negli atti dell’inchiesta. Come quelle del 31 luglio 2009 tra il marito di Federica Panicucci, Mario Fargetta, e Melita Toniolo, in cui i due sembrano essere in grande confidenza. O tra Mara Venier e Paola Perego. E ancora, quelle di Ethan Hawke, Jamie Lee Curtis, Anna Wintour e Blake Lively che Guia Soncini inoltrava ai suoi contatti per commentarne i contenuti.
Quelle di Robert Downey Jr che si barcamena tra la Lively e Scarlett Johansson. Nomi, nomi e ancora nomi, finiti nelle carte anche solo perché le loro rubriche telefoniche sono state “hackerate” dal cloud (è il caso di Eva Riccobono, Daniele Luchetti, Paolo Guzzanti, Angelo Badalamenti, lo chef Mario Batali, Paolo Virzì; di Veronica Maya era annotata anche la password della mail; di Emanuele Filiberto di Savoia anche gli estremi delle carte di credito)”.
E ancora Julianne Moore, Marisa Tomei e Jessica Alba: tanti i nomi finiti nel mirino e tante le domande che il processo dovrà chiarire, continua la Aprile:
“c’era chi hackerava? Chi monitorava le mail hackerate? E chi provava a trarre profitto dalle notizie così ottenute? Si dovrà poi dimostrare che le fotografie della festa di compleanno di Elisabetta, a casa Clooney, non sono state trovate su 4chan.org (sito su cui gli hacker scambiano materiale) come ha sostenuto Neri, ma prelevate dalla mail di Federica Fontana (gli scatti li aveva fatti suo marito Felice), e che dietro la trattativa per venderle a Chi c’erano la Lucarelli e Neri.
Le carte dicono che sul Pc di Neri non ci sono tracce di connessioni a 4chan nel periodo oggetto dell’indagine (11 settembre 2010-1° giugno 2011). E anche che il tentativo di vendita delle foto a Chi avvenne tramite un indirizzo mail (giorgio.clone61@gmail.com) di cui Neri e Lucarelli dicono di non sapere nulla.
Ma il 10 ottobre 2010, in piena trattativa, Neri scrive a Lucarelli: «Se hanno bisogno di una mail, dagli giorgio.clone61@gmail.com». Pochi giorni dopo, avendo la Canalis sporto denuncia, la Lucarelli viene sentita dagli investigatori e, all’uscita, risponde così a un sms di Neri: «Sono convinti che nasconda la fonte. Ho chiarito che era una mail di tale Giorgio Clone e che non so chi sia». Non solo: negli sms tra Neri e Lucarelli, gli inquirenti leggono la prova dell’intenzione di mettere in piedi un blog di gossip da alimentare con le notizie tratte dalle mail”.
La Lucarelli e Macchianera però hanno prontamente replicato inviando due lettere a Dagospia, che aveva ripreso e pubblicato l’articolo di Oggi, sottolineando la loro estraneità ai fatti:
“1 – LETTERA DI SELVAGGIA LUCARELLI A DAGOSPIA
Caro Dago, sui miei “dispositivi” non è mai stata trovata una mail, un sms o un accesso a dispositivi di chiunque. Lo dicono gli atti. Grazie.
Selvaggia Lucarelli2 – LETTERA DI GIANLUCA NERI A DAGOSPIA
Caro Dago,
So di dare una delusione a molti ma, replicando a questo articolo http://www.dagospia.com/rubrica-2/media_e_tv/todos-espiados-nell-hackergate-de-noantri-ci-sarebbe-mezza-hollywood-102460.htm, non ho la mail di Robert Downey Jr.No, non ho nemmeno letto la sua posta, né gli ho mai ordinato i ricambi da supereroe. Vale anche per Anna Wintour: non ho mai avuto una sua reprimenda su come mi vesto, e credo che a mio favore giochi il fatto che è effettivamente possibile verificare come mi vesto. E no, Anna non ne sarebbe contenta.
Spiace dirlo, ma devo, anche per Julianne Moore e Ron Howard: avrei voluto anche io avere Richard Cunningham come amico, nella vita, e ho fallito. Ma ci sentiamo spesso con Potzie. Il motivo (serio) per cui tutto questo non è accaduto è che, semplicemente, non ho mai cercato di entrare in una casella di posta che non sia la mia. Una volta, tanti anni fa, forse in quella di una fidanzata che poi scappò con un altro, quindi non credo conti.
Molto semplicemente ho, tramite la bacheca di un sito molto conosciuto, letto mail di hacker che – loro sì – avevano avuto accesso a molte mail dei vip. E comunque, anche in quelle e-mail di terza mano, quei nomi non c’erano. Magari non è bello, ma nessuno ha detto le stesse cose dei giornalisti che hanno riportato notizie prese da Wikileaks. Beh, è più o meno la stessa cosa. Anzi, no, è proprio la stessa cosa.
Ora scusatemi, devo andare: devo comunicare a mio figlio quattrenne che no, non ho hackerato IronMan. Non la prenderà bene.
Ciao Dago, ti ringrazio”.