Oil for food, conti esteri e “bugie ai pm”: a giudizio due uomini vicini a Formigoni

MILANO – La vicenda parte dall’inchiesta “Oil for food” e due uomini considerati vicini al governatore della Lombardia Roberto Formigoni, Alberto Perego e Alberto Villa, dovranno presentarsi davanti ai giudici della settima sezione del tribunale di Milano per rispondere all’accusa di “false dichiarazioni al pm” che, scrive Gianni Barbacetto sul Fatto quotidiano, “li stava interrogando come persone informate sui fatti nell’ambito dell’inchiesta Oil for food”.

Secondo la Procura avrebbero mentito sui soldi di Memores Domini, considerato un supergruppo di Comunione e liberazione. La storia parte dallo scandalo internazionale “Oil for food”, il programma dell’Onu in Iraq. Sembra che Saddam assegnava contratti petroliferi a prezzi di favore in cambio di mazzette per il regime.

Scrive il Fatto: “Il personaggio che ha avuto le più massicce assegnazioni petrolifere fatte a soggetti italiani (ben 24,5 milioni di barili) è Roberto Formigoni, forte della sua amicizia con il cristiano Tareq Aziz, allora braccio destro di Saddam. Le forniture di petrolio sono gestite da aziende suggerite dal governatore, come la Cogep della famiglia Catanese (tra i fondatori della Compagnia delle Opere) che in cambio, secondo l’accusa, paga tangenti per 942 mila dollari in Iraq e 700 mila a mediatori italiani. Per questa vicenda è stato condannato in primo grado e in appello, ma poi salvato dalla prescrizione, anche Marco Giulio Mazarino De Petro, amico e collaboratore di Formigoni, nonché intermediario con l’Iraq. Nella sua indagine, il pm Alfredo Robledo solleva il velo sul “Codice De Petro”, le attività finanziarie dei Memores Domini, che ruotano attorno a tre società estere chiamate Candonly e a una fondazione di Vaduz di nome Memalfa. Gli uomini che le manovrano sono, oltre a De Petro, tutti Memores del gruppo di Formigoni: Alberto Perego, Alberto Villa, Fabrizio Rota, Mario Villa, Mario Saporiti”.

Stando invece alla versione data dal Corriere della Sera in un articolo di Luigi Ferrarella: “Presso la Bsi di Chiasso, per cominciare, le rogatorie hanno mostrato che il conto corrente n. 74426 denominato «Paiolo» era «intestato a Alberto Perego» . Inoltre la società irlandese Candonly Ltd (la cui titolarità nel 1997 passerà a Mazarino De Petro) dal 1995 è stata «originariamente utilizzata da Perego per trasferire al di là dei confini nazionali i proventi derivanti da compensi percepiti per prestazioni professionali rese in Italia» . In particolare è stata «destinataria di fondi provenienti» proprio «da Alenia Marconi Systems spa» (ora Selex Sistemi Integrati), «soldi poi trasferiti sia «sul conto svizzero Paiolo riferibile a Perego» , sia su due conti svizzeri a Lucerna e a Chiasso intestati a una Fondazione di Vaduz (Liechtenstein): «Memalfa» , costituita nel 1992 con «beneficiari economici Alberto Perego e Fabrizio Rota» (non indagato) e con il vincolo statutario che, in caso di morte di entrambi, «il patrimonio della Fondazione venisse trasferito all’Associazione Memores» di Massagno, dove ha sede una casa-comunità di questa associazione laicale cara a Comunione e Liberazione”.

 

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