Cronaca Italia

Omicidio Charlotte Angie, dal cellulare all’affitto pagato: come l’assassino ha provato a mascherare la scomparsa della vittima

Charlotte Angie è stata prima uccisa, poi il cadavere nascosto in un congelatore e solo in seguito fatto a pezzi e gettato, in quattro sacchi neri, in un dirupo a Paline di Borno (Brescia). Ad uccidere la giovane, 25 anni, al secolo Carol Maltesi, è stato un suo vicino di casa, 43enne impiegato di banca, con cui la ragazza avrebbe avuto anche una relazione.

Omicidio Charlotte Angie, l’assassino ha usato cellulare e auto della vittima

L’omicida si era presentato ieri mattina in caserma per denunciare, insieme ad un’amica della vittima, la scomparsa di Charlotte. Secondo gli investigatori il suo racconto era pieno di incongruenze e quindi in serata è stato riconvocato a Brescia dove poi ha confessato omicidio. 

Da gennaio ad oggi, l’uomo ha usato il cellulare e l’auto della vittima. Con quest’ultima, una Fiat 500, si è sbarazzato del cadavere. Il 43enne e Charlotte Angie vivevano a Rescaldina, un piccolo comune alle porte di Milano. Nell’interrogatorio l’assassino ha raccontato che nessuno in questi mesi ha cercato Charlotte Angie. “Solo la mamma con alcuni messaggi whatsapp e l’ex compagno sempre con messaggi. Al telefono nessuno” ha detto il 43enne. L’uomo ha pagato anche l’affitto della casa della 25enne.

La finta chat che incastra il killer

Dopo il ritrovamento del cadavere, l’omicida avrebbe inoltre usato gli account della vittima presumibilmente per depistare le indagini. “Io sto bene fortunatamente”. Così l’assassino rispondeva utilizzando il telefono della vittima a un giornalista di Bsnews.it che voleva accertarsi che non fosse lei la donna uccisa. La conversazione su Whatsapp è stata pubblicata integralmente dalla testata online a cui era arrivata la segnalazione sulla possibile identità della vittima in base ai tatuaggi trovati sul suo corpo durante l’autopsia e comunicati poi dagli inquirenti.

“Non ho tempo adesso per i giornalisti e per spiegare perché ho lasciato il porno” scriveva l’assassino fingendo di essere la donna che invece lui stesso aveva ucciso mesi prima. Al giornalista che chiedeva conto del fatto che i tatuaggi indicati dagli inquirenti sul cadavere a pezzi fossero uguali a quelli dell’attrice hard, lo stesso assassino rispondeva via messaggio sabato scorso: “Ah ho capito mi hanno già detto diverse persone di quella ragazza. Io sto bene fortunatamente”. Lo scambio che si interrompe quando il giornalista chiede di verificare l’identità dell’interlocutore: “Se non vuoi parlare al tel.. mi mandi un audio di 3 secondi? Solo per verificare che non sia qualcun’altra che risponde.. e chiudere il caso”.

La testimonianza di un’amica della vittima

Un’amica della vittima e vicina di casa, ha raccontato come in questi mesi, da gennaio, quando è avvenuto il delitto, a oggi “lui entrava e usciva facendo finta di niente. Non riesco a credere che la tenesse in casa”. “Abbiamo iniziato a pensare che avessero una storia perché uscivano di mattina presto uno da casa dell’altro”, ha aggiunto. 

L’intero paese è rimasto sgomento nell’apprendere gli ultimi aggiornamenti sulla vicenda. Charlotte viveva in Italia da quando aveva iniziato a lavorare nel mondo della pornografia, mondo che ha iniziato a frequentare durante la pandemia, caricando i suoi video su Onlyfans. La ragazza aveva anche un figlio, nato nel 2016. Prima del mondo del porno, Charlotte aveva lavorato anche come commessa.
 

Published by
FIlippo Limoncelli