Quaranta morti di cancro si sarebbero verificate tra gli operai della” Marlane” a causa delle esalazioni tossiche sprigionate dalla sostanze utilizzate nella produzione del lanificio. È quanto è emerso dall’inchiesta della Procura della Repubblica di Paola sulla fabbrica tessile di Praia a Mare, dismessa da alcuni anni. Fondata negli anni cinquanta dal Conte Rivetti, l’azienda era poi passata al Lanificio Maratea e nel 1969 all’ Eni-Lanerossi.
La Procura ha concluso le indagini, protrattesi per dieci anni, ipotizzando il reato di omicidio colposo a carico di una decina di indagati. Altri sessanta operai che hanno lavorato nella fabbrica sono malati di cancro, ma sono ancora in vita. I dipendenti presentano tumori alla vescica, ai polmoni, all’utero ed al seno. Secondo quanto viene ipotizzato dalla Procura di Paola, vi sarebbe una stretta connessione tra i decessi e l’uso di alcune sostanze coloranti che contengono ammine aromatiche, presunte responsabili delle patologie tumorali. La Procura avrebbe anche ipotizzato che alcune morti possano essere state provocate dall’uso di amianto, presente nei freni dei telai utilizzati nella fabbrica.
L’inchiesta conclusa dalla Procura di Paola contiene tre diversi capitoli d’indagine, il primo dei quali risale al 1999. Successivamente sono state aperte altre due indagini, la prima nel 2006 e la seconda nel 2007. I magistrati della Procura di Paola stanno indagando, oltre che sulle morti degli operai, anche sullo smaltimento di rifiuti provenienti dalla produzione della Marlane. A tale scopo è stato sequestrato il terreno circostante l’azienda. La Procura ipotizza anche che i morti a causa delle esalazioni tossiche possano essere più di ottanta e questo perchè non tutte le famiglie degli operai deceduti hanno presentato denuncia.
