REGGIO EMILIA, 25 APR – Uno scambio di persona, un litigio per futili motivi o, forse, una vendetta legata al lavoro della vittima. In vent'anni di indagini sono tanti i movimenti dell'omicidio di Carlo Rombaldi – medico chirurgo ucciso a colpi di pistola la notte tra il 7 e l'8 maggio 1992 a Reggio Emilia – su cui gli investigatori hanno indagato. Nessuno, pero', ha convinto del tutto. Ed anche ora che c'e' una persona iscritta nel registro degli indagati, un vigile urbano in pensione di 65 anni, i motivi di un omicidio ancora senza colpevole restano avvolti nel mistero.
Rombaldi, chirurgo che all'epoca aveva 41 anni, era appena rientrato a casa da una cena in pizzeria con alcuni colleghi quando l'assassino lo ha freddato davanti al garage di casa. Tre i colpi di pistola sparati, due dei quali hanno colpito la vittima.
L'arma usata, una P38 Speciale, non era registrata, ma quando e' stata venduta ha consentito agli investigatori di risalire all'ex vigile, vicino di casa della vittima. Che da teste e' passato ad essere iscritto nel registro degli indagati.