PADOVA – Zampe d’orso o piedi umani? E’ giallo a Padova per un piatto “singolare” servito al ristorante cinese del China Ingross. È accaduto il 28 novembre scorso quando la pietanza è stata consumata da una tavolata di cinesi. Qualcuno ha fotografato gli arti prima che finissero in pentola e ha postato le immagini su Facebook. Da lì è scattata un’indagine dei Nas che il 4 gennaio hanno perquisito il locale.
Nessuna traccia di carne d’orso nella cucina del ristorante, ma durante i controlli i carabinieri hanno trovato 55 chili di pesce congelato di cui non sarebbe stato possibile risalire alla provenienza. Sono bastate però le immagini postate su Facebook, di quei due arti inferiori in una bacinella, a scatenare l’orrore per l’inquietante somiglianza con dei resti umani. Tanto che il pm Benedetto Roberti, titolare dell’inchiesta, ha ordinato una consulenza, per stabilire l’esatta origine dei macabri zamponi.
Intanto il titolare del ristorante è stato denunciato per violazione delle norme sulla protezione della fauna selvatica omeoterma e per il prelievo venatorio. In Italia è proibito cacciare gli orsi in quanto specie protetta, ma in alcuni paesi europei come la Svezia e la Slovenia, è consentito dietro autorizzazione. La carne può essere consumata anche sul suolo italiano solo se è dimostrata la provenienza da questi paesi.
Provenienza che è impossibile stabilire ora che il piatto è già “cotto e mangiato”. Restano solo le foto scattate dal cuoco prima di mettersi all’opera. Secondo quanto riferito dalla moglie del titolare Lingli Zhu al Mattino di Padova, le zampe sarebbero arrivate per mano di “un amico commerciante cinese, di cui non ricordo il nome”. “E’ arrivato con le zampe d’orso provenienti dalla Slovenia e mi ha pregato di cucinarle per i suoi amici”, si è giustificata Lingli Zhu.
Ben più inquietante sarebbe l’ipotesi della pista cannibale. Un medico legale, consultato dagli inquirenti, avrebbe espresso qualche dubbio sul fatto che si tratti con assoluta certezza di zampe d’orso considerando la forte analogia con gli arti umani. Di diverso avviso è invece il veterinario Nando Zanin. Interpellato dal mattino di Padova, l’esperto ha concluso: “Non posso dire con assoluta certezza che appartengano ad un orso, potrebbero anche appartenere a una scimmia ma certamente non sono reperti umani. Se fossero di orso si riconoscerebbero dalle unghie molto lunghe, ma potrebbero averle tagliate”.