La clinica ostetrica ginecologica del San Paolo di Milano in 8 giorni si è aggiudicata un tragico record: tre parti cesarei, ma tutti i bambini sono nati morti e la Procura ha aperto un’inchiesta. Gli inquirenti vogliono capire se le vite dei piccoli potevano essere salvati se gli interventi fossero stati eseguiti prima.
«In ciascun caso l’esito neÂgativo è dovuto alle particolaÂri condizioni del feto», replicano i medici. I tre parti finiti con il decesso dei nascituri sono avvenuti il 29 ottobre, il 2 e il 5 novembre: uno per il distacco della placenta dalÂÂl’utero, un altro dopo l’induzione farmacologica del travaglio, l’ultimo perché il feto aveva il cordone ombelicale stretto intorno al collo.
«Nel 2007 e nel 2008 il tasso di mortalità periÂnatale registrato è stato di 6 caÂsi ogni 1.000 parti. È un dato coerente con la letteratura inÂternazionale — spiega il diretÂtore sanitario Danilo GaribolÂdi —. Quest’anno gli episodi di nascituri morti, compresi quelli in questione, sono stati 8 su 1.710 parti, con un’inciÂdenza del 5 per 1.000, più basÂsa, dunque, rispetto al passaÂto ».
Se per i dirigenti della struttura è solo una coincidenza che i parti siano avvenuti in soli otto giorni, per i magistrati la vicenda è preoccupante. È la seconda volta che la clinica si trova indagata: nell’agoÂsto del 2007 in un aborto selettivo era morto il gemello sano e la mamma si era rivolta alla Procura.
