Gestiva una vera e propria multinazionale della droga Yukari Miyoshi, la giapponese di 31 anni fermata per la morte di Enrico Rumolo, il diciannovenne di Carpi (Modena). Il giovane è morto lunedì all’ospedale Sant’Orsola di Bologna dopo un’assunzione massiccia di un mix di sostanze stupefacenti acquistate la notte precedente all’esterno di un locale del capoluogo emiliano.
I Carabinieri, infatti, hanno trovato tra la sua roba carte d’imbarco per mezza Europa e il Centro America, volantini di festival e rave in varie città straniere e tanta droga la cui vendita, secondo le prime stime, avrebbe fruttato tra i 300.000 e i 500.000 euro. Cifre a sei zeri confermate dal quaderno in cui la ragazza aveva annotato diligentemente i suoi affari, sia in euro sia in yen.
La ragazza è stata rintracciata insieme a un connazionale di 29 anni, Masaya Naoko in un albergo di Oleggio, nel novarese dove il blitz dei Carabinieri ieri è scattato attorno alle 11.30 dopo un appostamento notturno. I due erano diretti a Torino dove, è l’ipotesi più accreditata, avevano intenzione di spacciare a qualche festa dell’ambiente techno. A tradirli il numero di telefono che Enrico e i suoi amici si erano appuntati sabato sera, dopo aver acquistato una dose di Mdma. Proprio i compagni del ragazzo morto hanno riconosciuto la spacciatrice giapponese.
I militari tra i suoi bagagli hanno recuperato quasi 5.000 ‘francobolli’ imbevuti di Lsd, mezzo chilo di un mix di anfetamine e ketamine, altri 60 grammi di anfetamine, 600 di Mdma e 155 pasticche di sostanza da taglio. E ancora materiale per il confezionamento delle dosi e 2.500 euro in contanti. La coppia aveva viaggiato nei mesi scorsi tra Atene, Lisbona, Amsterdam, Istanbul e persino Bogota, Santiago e l’Isola di Pasqua.
Oltre ai biglietti aerei i due conservavano anche flyer di numerosi festival techno e rave in giro per l’Europa. Proprio sabato erano atterrati a Milano provenienti da Bruxelles. Nel suo quaderno la ragazza ha annotato meticolosamente acquisti e vendite dell’attività di spaccio e i Carabinieri sono ora al lavoro per decifrarne il volume di affari: di sicuro, hanno sottolineato gli inquirenti, si tratta di cifre molto alte. Incensurati, per entrambi è scattato l’arresto in flagranza per possesso a fine di spaccio.