A pochi giorni dalla scadenza del suo mandato, il Csm prende le prime decisioni su alcuni dei magistrati i cui nomi ricorrono nelle carte della procura di Roma che indaga sull’associazione segreta di Flavio Carboni. La Prima Commissione ha chiuso l’istruttoria sul presidente della Corte d’appello di Milano Alfonso Marra, finito all’attenzione di Palazzo dei marescialli per la vicenda delle pressioni che sarebbero state esercitate su alcuni consiglieri da parte di Pasquale Lombardi – uno dei componenti della presunta ”loggia” – per favorire nel febbraio scorso la sua nomina al vertice dell’ufficio giudiziario milanese; ma anche perché, dopo la nomina, gli sarebbe stato chiesto da amici di Lombardi di verificare al meglio il ricorso presentato contro l’esclusione della lista Formigoni alle elezioni regionali.
Oggi Marra avrebbe dovuto rispondere alle contestazioni dei consiglieri, ma non si è presentato all’audizione prevista per stamani, come aveva già annunciato nei giorni scorsi il suo difensore, l’ex pm di Mani Pulite Piercamillo Davigo. La Commissione all’unanimità (ma erano assenti il laico del Pdl Gianfranco Anedda e il togato di Unicost Giuseppe Maria Berruti) ha proceduto al deposito degli atti; un’iniziativa che permetterà al nuovo Csm (quello attuale termina il suo incarico il 29 luglio) di ”procedere immediatamente al trasferimento d’ufficio per incompatibilità di Marra – come spiega la presidente Fiorella Pilato – se riterrà, come pensiamo noi, che non possa più ricoprire il vertice di uno degli uffici giudiziari più importanti d’Italia”.
Sarà questione di pochi giorni invece il trasferimento del presidente della Corte d’appello di Salerno Umberto Marconi, tirato in ballo nella vicenda del dossier per screditare il presidente della Campania Stefano Caldoro in campagna elettorale: la Terza Commissione ha espresso il suo sì alla richiesta dello stesso magistrato di essere destinato come consigliere alla sezione Lavoro della Corte d’appello di Napoli, avanzata dopo che anche nei suoi confronti era stata aperta la procedura di incompatibilità ambientale.
La decisione definitiva dovrebbe essere presa dal plenum in questi giorni, mentre già domani l’assemblea di Palazzo dei marescialli dovrebbe collocare a riposo per anzianità l’avvocato generale della Cassazione Antonio Martone, che avrebbe partecipato a una cena a casa del coordinatore del Pdl Denis Verdini, nella quale si sarebbe discusso di un tentativo di avvicinamento dei giudici della Consulta che dovevano decidere sul Lodo Alfano: u provvedimento sollecitato dallo stesso magistrato all’indomani della pubblicazione delle prime notizie sull’inchiesta romana.
Su Marra pende anche l’azione disciplinare esercitata per le stesse vicende dal procuratore generale della Cassazione Vitaliano Esposito. Un’iniziativa che per alcuni potrebbe addirittura impedire l’intervento del Csm. Non la pensa così Pilato, secondo cui le due iniziative si muovono su due piani diversi: ”A noi non interessa sapere se Marra ha preso parte o no alle pressioni esercitate da diverse persone per favorire la sua nomina, che è un aspetto che rileva a livello disciplinare”; quello che conta è che ”si è determinata una lesione dell’immagine di imparzialità di Marra, che appare come una persona avvicinabile da questo gruppo di persone. E questo rende insostenibile la sua permanenza al vertice di un ufficio così importante”.