ROMA – ''Estrema prudenza nel formulare valutazioni'', soprattutto ''se estese oltre l'alveo della specifica vicenda''. Lo chiede in una lettera inviata a Repubblica il comandante generale della Guardia di Finanza, Generale di Corpo d'Armata Nino Di Paolo, a proposito della vicenda P4.
Riferendosi a un passaggio del fondo di Eugenio Scalfari di domenica scorsa, il comandante generale si chiede ''sulla base di quali presupposti, partendo da un'indagine in corso su una fuga di notizie relativa alla cosiddetta 'vicenda P4', ancora tutta da chiarire, si possa giungere a formulare un giudizio così pesante ed ingiustificato, per non dire gratuito, nei confronti del Corpo della Guardia di Finanza e del suo attuale organo di vertice, tanto da definirlo facente parte 'di cosche e reti di malaffare'''.
Di Paolo sottolinea che non sono in discussione né ''l'incondizionata fiducia nel lavoro della magistratura'', né il rispetto del principio costituzionale secondo il quale un cittadino, e dunque anche un ufficiale della Guardia di Finanza, è innocente fino al definitivo accertamento dei fatti''.
Di qui l'invito a ''non mettere in discussione, attraverso facili giudizi collettivi, l'onestà e la correttezza istituzionali di un Corpo e dei suoi appartenenti, che ogni giorno, con grande sacrificio, compiono il loro dovere in circostanze di tempo e di luogo anche difficili''.
Così dunque resta al suo posto il generale Michele Adinolfi, capo di Stato maggiore della Guardia di Finanza e accusato dalla procura di essere la "talpa" di Bisignani.