Si facevano pagare fino a duecento euro a prestazione sessuale. È stata scoperta a Padova in pieno centro a Ponte di Brenta, una casa per appuntamenti gestita da due trans colombiani e da una prostituta anch’essa colombiana che ogni giorno incassavano sui 5 mila euro, arrivando anche a 7 mila nei weekend.
Tutti conoscevano la casa frequentata perlopiù da persone facoltose. Dopo mesi di appostamenti, un carabiniere si è finto cliente ed è stato ricevuto dopo aver telefonato per fissare un appuntamento per il pomeriggio di sabato 3 ottobre con una delle due trans: per la prestazione, il militare avrebbe dovuto pagare 80 euro dopo che all’inizio gliene erano stati richiesti i 200: il finto cliente però ha subito avvisato i colleghi che hanno circondato la casa.
Una volta entrati nell’abitazione i militari hanno trovato un cliente completamente nudo appartato con una delle due trans: «Sono un professionista e ho famiglia» avrebbe dichiarato ai carabinieri. Mentre il cliente è stato fatto rivestire identificato e fatto uscire dalla casa, le due trans e la prostituta sono stati accompagnati in caserma.
Si tratta di J.A. M.H di 28 anni; J.E. L.M. di 26 e G.L. V.S. di 43 anni. I primi sono privi del permesso di soggiorno mentre la prostituta è risultata comunitaria avendo la cittadinanza spagnola.
Dalle indagini è emerso che l’abitazione è di proprietà di una donna di Vigonza di 71 anni, completamente estranea ai fatti, che avrebbe siglato il contratto di locazione con una colombiana di 31 anni, L.E. C.V. Quest’ultima avrebbe subaffittato la casa alle tre persone fermate che ora è stata posta sotto sequestro.
Sequestrati anche dieci telefoni cellulari che nel corso dell’operazione hanno continuato a squillare, 2200 euro in contanti e centinaia di confezioni di profilattici.
Al momento la posizione più grave appare quella dell’affittuaria dell’appartamento: è stata denunciata per gravi indizi di favoreggiamento e sfruttamento della prostituzione.