Noventa Padovana, scuola elementare Anna Frank, la maestra assegna ad una classe di terza elementare un compito in dialetto per le vacanze di Natale. Ma più che ai bambini questo compito non piace ai genitori e scoppia la polemica tra quelli pro e quelli contro l’iniziativa.
L’istituto è frequentato da molti figli di immigrati provenienti dall’Europa dell’Est, dalla Cina e dal Nord Africa ed è facile pensare che la protesta sia stata sollevata dal coro multietnico. Altri genitori infatti si sono espressi in modo favorevole all’idea di mantenere la tradizione «purché non diventi materia di studio».
Ad intervenire a placare le polemiche è il preside Gaetano Calore che precisa: «La nostra scuola è ad altissima qualità di integrazione e si distingue per facilità di contatti e di comunicazione con le famiglie. Abbiamo un progetto per bambini sordi, per altri disabili, per altri stranieri per i quali seguiamo la via dell’integrazione. Non si capisce quale sia l’intento di questa sorta di rimostranza assolutamente al di fuori della nostra visione di scuola».
In occasione delle feste natalizie i bambini della terza elementare erano stati invitati a passare un pomeriggio alla Casa di riposo. Ai canti e alle recite dei bambini gli anziani avevano risposto con racconti scritti da loro, di cui molti in dialetto, che l’insegnante aveva poi provveduto a riscrivere in italiano. Da qui l’idea della maestra di chiedere ai ragazzi di farsi raccontare dai propri nonni filastrocche e storie legate al territorio e alla loro storia personale, senza voler porre nessun accento discriminatorio.
Anche il dirigente scolastico regionale Carmela Palumbo è intervenuta nella vicenda a fianco del preside dell’Anna Frank, respingendo qualunque intento regionalista dell’iniziativa: «I percorsi di riscoperta delle culture locali, comprese quelle linguistiche si fanno da sempre nelle scuole, non ci vedo nulla di male».
*Scuola Giornalismo Luiss
