La classica fuga dal carcere vista decine di volte nei film.
Questa volta a metterla in scena, e non per finta, è stato il trentenne tunisino Riad Kouka, detenuto dallo scorso 5 ottobre nel carcere Due Palazzi di Padova per spaccio di droga.
Aveva da poco terminato i colloqui con i familiari quando, durante l’ora d’aria, l’uomo ha scavalcato il muretto dei passeggi che dà sul cortile, in quel momento inagibile e senza sorveglianza, servendosi anche di alcune lenzuola annodate fra loro. Era già a cavalcioni sul muro, quando una guardia carceraria ha dato l’allarme. Troppo tardi, perché Kouka nel frattempo, anche grazie alla sua prestanza fisica (è alto 1,82 metri e pesa 54 chili) si era già calato dal muro di cinta, aggrappandosi a un palo, ed era corso a piedi verso l’autostrada, facendo perdere le sue tracce.
Sono subito scattate le indagini da parte di carabinieri, polizia, guardia di finanza, polizia ferroviaria e stradale. È stata diffusa una foto (come quella a fianco) che ritrae il detenuto al momento dell’arresto. Nel carcere sta lavorando la polizia scientifica, che è anche alla ricerca di un eventuale complice.
Solo quest’anno sono 13 i detenuti evasi dalle carceri italiane, come ricorda in un comunicato stampa Eugenio Sarno, il segretario della Uil Penitenziari: «Per quanto ci riguarda» scrive Sarno, «non possiamo che ribadire quanto già più volte denunciato. Ovvero che il deficit dell’organico di polizia penitenziaria costringe gli operatori a prestare servizio in condizioni ben al di sotto dei livelli minimi di sicurezza. Questo significa, come è purtroppo dimostrato dai 13 evasi di quest’anno, che chiunque voglia, e quando vorrà, potrà evadere dalle nostre prigioni groviera. A prescindere dalle capacità e dall’impegno del personale».
Kouka, pluripregiudicato, era stato trovato in possesso di mezzo chilo di eroina.
*Scuola di Giornalismo Luiss