Padova, indagato chiede di “essere giudicato dal tribunale del popolo veneto”

Un indagato accusato di resistenza a pubblico ufficiale, si dichiara cittadino del “Popolo Veneto” e vuole essere giudicato da un «giudice di nazionalità e cittadinanza veneta in sede alla propria istituzione di autogoverno».

Gabriele De Pieri, 42 anni di Padova, candidato alle recenti elezioni provinciali per il movimento “Venetie per l’Autogoverno” ha ricevuto dal pubblico ministero Paolo Luca la comunicazione che l’inchiesta nei suoi confronti è conclusa: l’uomo verrà rinviato a giudizio per dei fatti accaduti durante una contravvenzione stradale.

De Petri come “contromossa” ha presentato una sua memoria difensiva in cui, in un atto di quattro pagine, si appella al difetto assoluto di giurisdizione dello Stato italiano sull’ex regno Lombardo-Veneto, comprensivo dei territori attualmente corrispondenti alle regioni Lombardia, Friuli e Veneto.

Secondo l’indagato le norme internazionali e le stesse leggi dello Stato italiano garantiscono ai cittadini del “Popolo Veneto” il diritto fondamentale all’autogoverno. Per colui quindi che si dichiara appartenente al “Popolo Veneto” è inapplicabile la legge penale statale; inoltre, deve essere giudicato dal “Tribunale del popolo veneto”, l’unico giudice naturale e imparziale e diverso da quello imposto dallo Stato italiano.

Nella memoria si afferma che il diritto dell’autogoverno è garantito al “Popolo Veneto” anche dagli articoli 2 e 10 della Costituzione che garantiscono il riconoscimento dei diritti fondamentali dell’uomo.

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Lorenzo Briotti