Il finto manifesto ha lo sfondo nero, e lo slogan dice: “Padova, che emozione di città”. Ma quello che ha provocato polemiche a non finire, è l’immagine: un cappio col nodo scorsoio, e accanto la scritta: un suicidio a settimana.
La foto è apparsa, con altre più innocenti, su vari blog e, come si poteva facilmente immaginare, è stata rilanciata dal meccanismo di Facebook. Lo strumento, un gruppo che fa il verso alla propaganda del comune veneto: “Padova, città delle emozioni”.
A monte di quello che qualcuno evidentemente considera uno scherzo, una realtà purtroppo seria. Il fenomeno dei suicidi in città sta raggiungendo dimensioni preoccupanti: sono infatti sei i giovani padovani che, per vari motivi, hanno deciso di uccidersi negli ultimi tre mesi. Di qui la falsa pubblicità, accompagnata da quella frase irridente.
Forse proprio il nome apparentemente innocente del profilo può spiegare perché ci sia stato chi lo ha aggiunto ai suoi contatti. La pagina, infatti, ha raccolto in breve 166 adesioni: non tante, visti i numeri di Facebook. Ma abbastanza per riaprire la questione, vecchia quanto il social network più cliccato del mondo, della concessione indiscriminata delle “amicizie”, che non sembra solo un problema dei giovanissimi. Tra quanti sono stati tratti in inganno dal nome campanilistico del profilo, infatti, si trovano scrittori, giornalisti e anche numerosi politici.
Politici che non hanno mancato, assimilata la brutta sorpresa, di reagire, spinti soprattutto da quello slogan che imita smaccatamente quelli municipali. L’amministrazione dunque ha deciso, come annuncia il vicesindaco Ivo Rossi, di denunciare l’uso improprio e non autorizzato del simbolo del Comune. Per il finora anonimo creatore della scandalosa foto, quindi, se verrà identificato, potrebbero esserci conseguenze pesanti.
* Scuola di giornalismo Luiss