Padre Pio. Casa del Pellegrino a Pietrelcina ridotta a bordello e discarica

Padre Pio. Casa del Pellegrino a Pietrelcina ridotta a bordello e discarica

ROMA – Padre Pio. Casa del Pellegrino a Pietrelcina ridotta a bordello e discarica. Il Comune di Pietrelcina la costruì per ospitare i devoti in pellegrinaggio nei luoghi di Padre Pio quando ancora non era santo né beato: 25 anni dopo, la Casa del Pellegrino (costo 7 miliardi delle vecchie lire) è ridotta a una specie di discarica, rifugio di tossici e vagabondi, casa d’appuntamento improvvisata dove le prostitute esercitano nelle stanze abbandonate.

La video-inchiesta di Antonio Crispino sul Corriere della Sera racconta una storia di degrado e cattiva gestione. Nessun pellegrino vi è mai entrato. L’edificio, costruito a un passo da vico Storto Valle 27, la casa natale di Francesco Forgione, meglio noto come Padre Pio, sorge su un’area di 16mila quadrati, di cui un terzo occupati da un palazzetto a tre piani  e un seminterrato completo di stanze arredate e pronte all’uso.

Oggi non resta che l’immagine devastata di un edificio spogliato pezzo a pezzo di ogni mobile, suppellettile, qualsiasi cosa potesse essere smontata e portata via, dagli infissi alle finestre a ogni filo elettrico, presa di corrente, radio, tv, materassi, reti, le testate dei letti matrimoniali, sanitari, box doccia ecc…

La spesa iniziale per la struttura, troppo impegnativa per il Comune, è all’origine di tutti i guai.  “Dopo il completamento dell’opera furono bandite delle gare per la gestione del complesso turistico ma nessuno partecipò” dice oggi il sindaco di Pietrelcina Domenico Masone. Quindi si decise di trovare un compratore: nel 2005 la Asl di Benevento sostiene l’acquisto, 2 milioni di euro, per farne un day hospital o un ricovero per anziani. Ma nelle casse della Regione Campania non ci sono soldi per cui nega il finanziamento alla Asl: il Comune di Pietralcina ci mette 5 anni a ricevere 1.750mila euro dalla Asl.

Insomma, a conti fatti, tra realizzazione dell’opera da parte del Comune e acquisto da parte dell’Asl, sono stati investiti poco più di 5 milioni di euro di soldi pubblici per una Casa del pellegrino che di fatto non è mai nata. Nel frattempo le ipotesi di rilancio si sono succedute innumerevoli. Da casa del pellegrino a «day surgery», passando per casa di cura per anziani o sede di uffici pubblici.

L’Asl, a sua volta, ha cercato di disfarsene attivando varie indagini di mercato alla ricerca di privati interessati a prenderla in affitto. Oggi, diatribe burocratiche finite, pare che sia pronta ad essere utilizzata. Prima, però, secondo una stima dell’ufficio tecnico della stessa Asl, occorrerebbe spendere almeno un altro milione e mezzo di euro per recuperare quello che doveva essere un albergo per pellegrini. (Antonio Crispino, Corriere della Sera)

Published by
Warsamé Dini Casali