Palermo, tre precari della scuola in sciopero della fame: “Gesto estremo, siamo già morti”

”I medici dicono che devo riprendere ad alimentarmi e assumere i farmaci, ma io sono già un uomo morto senza un lavoro. Andrò via da qui con una bara, se non risolvono la situazione”. Parla così Pietro Di Grusa, 50 anni, il lavoratore precario della scuola che stamattina è  finito in ospedale per un malore. Assieme a un gruppo di colleghi, anche loro precari, Di Grusa da otto giorni è in sciopero della fame e in sit-in permanente davanti l’ex provveditorato di Palermo, in via Praga, contro i tagli alla scuola e del ministro dell’Istruzione Mariastella Gelmini.

L’uomo, che è cardipatico e che da una settimana ha interrotto la terapia, è stato visitato dai medici dell’ ospedale di Villa Sofia, che lo hanno alimentato forzatamente tramite flebo. Nonostante sia precario da 25 anni, Di Grusa, come tanti altri precari, non ha raggiunto i requisiti per l’indennità di disoccupazione. ”In questi mesi mi sono arrangiato come potevo – racconta – Sono stato aiutato dalla Caritas che mi ha pagato le bollette e comprato cibo. Ho due figli, Nicolò di 25 anni e Marta di 20 anni, pago le tasse, voto, ma non ho alcuna tutela come cittadino”.

Pietro Di Grusa sta facendo lo sciopero della fame assieme ad altri due precari che sono Giacomo Russo, assistente tecnico di 31 anni, e Salvo Altadonna, 35 anni, insegnante di sostegno con otto anni di precariato alle spalle, una moglie anche lei insegnante e precaria e una bimba di venti mesi.

L’ultimo stipendio Di Grusa, precario da 25 anni, l’ha percepito ad agosto dell’anno scorso. Giacomo, Salvo e Pietro sono tre precari della scuola al quinto giorno di sciopero della fame. Protestano davanti la sede dell’ex provveditorato degli studi di Palermo, contro i tagli introdotti dalla riforma Gelmini.

”Sono uno dei 160 mila precari – dice Giacomo Russo – tagliati fuori negli ultimi tre anni dalla riforma che privilegia i privati tagliando fondi al pubblico. Il nostro è un gesto estremo per ribadire con forza che quello attuato dal governo è il più feroce attacco alla scuola pubblica mai registrato. Per me essere precario significa non riuscire a sognare un futuro”.

Sono un centinaio i precari che hanno aderito alla protesta in corso a Palermo. La loro spiegano è una mobilitazione in difesa del diritto al lavoro e della qualità dell’insegnamento pubblico.

”Il 26 agosto il sottosegretario alla Pubblica istruzione Giuseppe Pizza – conclude Giacomo Russo – ha annunciato che sarà disposto a incontraci. Comunque mi sposterò a Roma per continuare lo sciopero della fame davanti la sede del ministero della pubblica istruzione”.

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Lorenzo Briotti