ROMA – L’arresto del capo dei commercianti romani Cesare Pambianchi è uno scossone tremendo per la città di Roma. Il presunto network finalizzato all’evasione fiscale e organizzato insieme al noto avvocato Carlo Mazzieri è un duro colpo all’immagine della Confcommercio (peraltro estranea all’indagine) e dell’imprenditoria capitolina. Se confermate, le accuse coinvolgerebbero tanti grandi nomi. Il Nucleo Tributario della Guardia di Finanza ha fornito alla procura di Roma gli elementi per definire la coppia Pambianchi-Mazzieri “i capi dell’associazione a delinquere e gli ideatori delle attività illecite condotte per diversi gruppi imprenditoriali”.
Facendo quattro passi tra i titoli dei maggiori quotidiani nazionali, a partire dal romano Messaggero, ci troviamo di fronte, fatta salva ovviamente la presunzione di innocenza, a un quadro d’insieme allarmante. Iniziamo quindi con il Messaggero. “Soldi e yacht la grande retata”; “Al numero uno di Concommercio Roma e al socio Mazzieri otto milioni di euro in nero”. Per un ritratto di Pambianchi: “Dagli alberghi ai salotti della politica”, con occhiello esplicativo “Affari in hotel e palestre, ama yacht e cucina, da sempre è vicino al centrodestra”. Il titolo più succoso, stante l’inevitabile morbosa curiosità destata dall’inchiesta, recita: “L’ironia della cricca al telefono: ‘C’è la crisi, ce tocca lavorà'”, seguito da “Il presidente simulò la separazione dalla moglie per aggirare la legge”. Fuori i nomi: il Messaggero, confortato dalle carte divulgate dalla procura non si esime: “Grandi e piccole dinastie nella rete della Finanza”, accompagnato dal sottotitolo più esauriente: “Dai Palombini ai Di Veroli e ai Mangione: ecco chi è sotto inchiesta”. Lo sbigottimento della corporazione è sintetizzato da “Gelo alla Confcommercio: ‘E ora’”.
La Repubblica confina Pambianchi nella sola pagina romana: “In cella il capo di Confcommercio” il pezzo d’apertura. Ma poi la copertura dell’arresto si fa più dettagliata annunciando “tutti i segreti”: “Sentimi, così puoi evitare il fallimento”. “Paradisi fiscali, case e auto di lusso, ecco il tesoro della coppia d’oro”, ricostruisce origine e valore dei beni sequestrati dalla finanza (nell’ordine di decine di milioni di euro). Su Pambianchi Repubblica fornisce un profilo che pesca nel romanzesco: “La doppia vita di Cesare il Camaleonte tra incarichi istituzionali” è integrato da un piccolo sommario che si presume rivelatore: “Collezionista di cariche e onori amava ripetere: ‘Chi è assente ha sempre torto'”. Una curiosità è la notizia degli arresti domiciliari a carico dell’attore Renato D’Amore: recitò in “Eccezzzziunale veramente” al fianco di Diego Abatantuono. “E la banca di Pambianchi finisce nella bufera” dà conto della sorte di “Imprebanca rifugio della cricca di imprenditori che dovevano all’erario 550 milioni”.
Sulla Stampa di Torino la notizia giunge a pagina 21. Illuminante un sommario esplicativo: “Una girandola di prestanome e di trasferimenti di denaro all’estero: in manette il socio e 43 facoltosi clienti”. Il Corriere della Sera invece lancia gli arresti in prima pagina, per diffondersi più a lungo nelle cronache romane. “Il candidato del centrodestra buono per tutte le cariche” analizza la natura dei suoi rapporti politici, come “L’amicizia e poi il gelo con il sindaco Alemanno”. Fra i numerosi incarichi “Pambianchi ha guidato Investimenti, la società della Camera di Commercio che contiene anche la Fiera di Roma”. Ancora sul Corriere della Sera, a pagina 27, un fugace parallelo malizioso tra personaggi in vista finiti nell’occhio del ciclone: “Il nemico: è finito nei guai proprio poche settimane dopo che il suo nemico Sergio Billè è stato assolto da alcune accuse”. To be continued…