MACERATA – “Nel nostro territorio si fa finta di niente, ma la provincia è invasa dalla droga”: la denuncia arriva da Josè Berdini, educatore del centro di recupero Pars di Corridonia (Macerata) dal quale è fuggita Pamela Mastropietro, la giovane di 18 anni uccisa e fatta a pezzi.
Pamela al Pars ci viveva da ottobre. Era lì insieme ad altri sessanta ragazzi e sette famiglie. E da lì si è allontanata nel pomeriggio di lunedì 29 gennaio. Dopo pochi minuti i suoi compagni hanno dato l’allarme, ma Pamela era già sparita, probabilmente portata via da qualcuno in auto. Subito vengono allertati i carabinieri, ma la ragazza verrà ritrovata morta.
Intervistato da Cronache Maceratesi Berdini non vuole entrare nei particolari della storia di Pamela, ma dice:
“Quando si parla di una diciottennenon bisogna sottovalutare l’energia che una giovane può mettere nel voler raggiungere qualcosa. Inoltre nel nostro territorio si fa finta di niente, ma la provincia è invasa dalla droga. La cultura dello sballo è stata da un pezzo sdoganata e tanta gente, legata alla mafia, ci vede un grande affare. Di queste cose in Italia non si parla, ma anche per questo i ragazzi si avvicinano a questo mondo con facilità”.
Quando Pamela ha deciso di andare, l’ha fatto senza dire niente a nessuno. Per questo non aveva con sé nemmeno portafogli e cellulare, che vengono messi in cassaforte una volta che si entra in comunità:
“Quando qualcuno vuole andarsene e provare a riflettere, noi chiamiamo le rispettive famiglie e ci assicuriamo che una persona arrivi a destinazione, o la vengono a prendere o la portiamo noi”.
Ma Pamela ha deciso di andare via da sola, senza dire nulla a nessuno.