ROMA – Pamela Mastropietro è stata prima stordita con l’eroina, poi stuprata e infine uccisa a coltellate e fatta a pezzi. [App di Blitzquotidiano, gratis, clicca qui,- Ladyblitz clicca qui –Cronaca Oggi, App on Google Play] Questa la ricostruzione del pm di Macerata, Giovanni Giorgio, sull’omicidio della ragazza romana trovata a pezzi in una valigia.
Secondo il procuratore, Innocent Oseghale avrebbe agito per un movente esclusivamente sessuale mentre per il Gip il nigeriano, accusato di omicidio, vilipendio, distruzione, occultamento di cadavere e spaccio di droga, avrebbe creato un clima amicale poi degenerato nel delitto quando si è sentita male per la droga.
Franco Giubilei su La Stampa scrive mentre il procuratore e il gip ricostruivano l’omicidio di Pamela, l’indagato è rimasto in silenzio. La difesa costituita dai legali Simone Matraxia e Umberto Gramenzi ha respinto tutte le accuse e ora spetta al tribunale valutare gli elementi raccolti dall’inchiesta:
“Il tribunale dovrà valutare gli elementi raccolti nell’inchiesta che vede indagati altri tre nigeriani di cui due in carcere ad Ancona – Desmond Lucky e Lucky Awelima -, ma c’è chi, come lo zio di Pamela e avvocato di famiglia Marco Valerio Verni, invita a indagare anche su altri aspetti: «Tutti i fatti che hanno preceduto il tragico epilogo compreso l’allontanamento dalla comunità» Pars di Corridonia dove, alcuni mesi prima del delitto, Pamela era stata mandata dalla famiglia per curare problemi psicologici oltre a quelli legati all’assunzione di droghe.
«Nessuno vuole una giustizia sommaria – ha detto ad Ancona l’ avvocato Verni che acquisirà i documenti del procedimento, ma che non era coinvolto tecnicamente nel Riesame -. Vogliamo che chi ha compiuto questo efferato omicidio venga assicurato alle patrie galere, che siano state uno, due, tre o quattro persone»”.