L’AQUILA – Ne mancano almeno cento e l’Abruzzo ha giĆ lanciato il suo appello: cercasi panettieri. Le risposte ai forni per ora sono pochissime e l’associazione panificatori abruzzesi, della Confesercenti ormai ĆØ a caccia di nuove leve che possono guadagnare anche tremila euro in un solo mese.
Il presidente Vinceslao Ruccolo impasta il pane tutti i giorni da 35 anni, impasta un quintale di farina e fa almeno venti varietà diverse a San Vito Chietino, paese di poco più di 5 mila abitanti.
Se solo ci fossero dei candidati i posti vacanti da occupare potrebbero essere anche 4 mila. Ruccolo porta avanti la sua battaglia per difendere il Ā«pane tipico regionale, basato su grani autoctoni e famoso per la sua bontĆ (rinomato per le sue caratteristiche ad esempio ĆØ il pane casereccio dellāAquila, ndr)), che ora rischia di scomparire. Messo in crisi dalla mancanza di manodopera qualificata e dalla concorrenza della grande distribuzioneĀ».
Poi continua: Ā«Come facciamo Ā a combattere chi garantisce aperture domenicali e vende a prezzi ribassati il pane o addirittura se lo fa venire precotto dalla Puglia? Le istituzioni dovrebbero sostenerci maggiormente. In Abruzzo sono tanti i forni artigianali che non trovano manodopera e il problema, che esiste da anni, ora si ĆØ accentuato. Un fornaio con la qualifica ottiene circa 2.500 euro netti al mese in busta paga. Uno stipendio che, con gli straordinari e la produttivitĆ , arriva facilmente a tremila. Ć vero che si lavora nelle ore notturne, di solito da mezzanotte alle otto, ma cāĆØ anche chi finisce prima e inizia prima. Quasi sempre, invece, rispondono alle offerte di lavoro solo gli extracomunitari e, ultimamente, neanche quelliĀ».
