
ROMA – “Il dramma di Lampedusa – confessa, intervistato dalla Stampa, Papa Francesco – mi ha fatto sentire il dovere di mettermi in viaggio, era importante andare”.
“Non mi piaceva spostarmi, ora so che devo andare, รจ faticoso, ma per quelle testimonianze, quei sorrisi, ne vale la pena. E spiega: “Visitare le Chiese, incoraggiare i semi di speranza”. Nell’Ue, continua Papa Francesco, “finora solo la Grecia, coi profughi a Lesbos: ho preferito privilegiare chi ha bisogno d’aiuto”.
Ha cambiato qualcosa nellโagenda giร consolidata dei viaggi papali?
ยซNon molto. Ho cercato, ad esempio, di eliminare del tutto i pranzi di rappresentanza. ร naturale che sia le autoritร istituzionali del Paese visitato, sia i confratelli vescovi, desiderino festeggiare lโospite che arriva. Non ho nulla contro lo stare a tavola in compagnia. Ricordiamoci che il Vangelo รจ pieno di racconti e di testimonianze che descrivono proprio circostanze come questa: il primo miracolo di Gesรน avviene durante un banchetto di nozze (…). Ma se lโagenda del viaggio, come accade quasi sempre, รจ giร pienissima di appuntamenti, preferisco mangiare in modo semplice e in poco tempoยป.
Quali sentimenti prova di fronte allโentusiasmo della gente che lโaspetta per ore per vederla passare sulle strade?
ยซIl primo sentimento รจ quello di chi sa che ci sono gli โOsanna!โ ma come leggiamo nel Vangelo, possono arrivare anche i โCrucifige!โ. Un secondo sentimento lo traggo da un episodio che ho letto da qualche parte. Si tratta di una frase detta dallโallora cardinale Albino Luciani a proposito degli applausi che un gruppo di chierichetti accogliendolo gli aveva tributato. Disse piรน o meno cosรฌ: โMa voi potete immaginare che lโasinello su cui sedeva Gesรน nel momento dellโingresso trionfale a Gerusalemme potesse pensare che quegli applausi fossero per lui?โ. Ecco il Papa deve aver coscienza del fatto che lui โportaโ Gesรน, testimonia Gesรน e la sua vicinanza, prossimitร e tenerezza a tutte le creature, in modo speciale quelle che soffrono. Per questo qualche volta a chi grida โviva il Papaโ ho chiesto invece di gridare โViva Gesรน!โ. Ci sono poi espressioni bellissime a proposito della paternitร in uno dei dialoghi del beato Paolo VI con Jean Guitton. Papa Montini confidava al filosofo francese: โCredo che di tutte le dignitร di un Papa, la piรน invidiabile sia la paternitร . La paternitร รจ un sentimento che invade lo spirito e il cuore, che ci accompagna a ogni ora del giorno, che non puรฒ diminuire, ma che si accresce, perchรฉ cresce il numero dei figli. ร un sentimento che non affatica, che non stanca, che riposa da ogni stanchezza. Mai, neanche un momento, mi sono sentito stanco, quando ho alzato la mano per benedire. No, io mi stancherรฒ mai di benedire o di perdonareโ. Paolo VI diceva questo subito dopo essere tornato dallโIndia. Credo che siano parole che spiegano il perchรฉ i Papi nellโepoca contemporanea, abbiano deciso di viaggiareยป.
Ricordi dei viaggi che le sono rimasti indelebili nella memoria?
ยซLโentusiasmo dei giovani a Rio de Janeiro, che mi tiravano di tutto nella papamobile. E poi, sempre a Rio, quel bambino che riuscendo a intrufolarsi ha salito le scale di corsa e mi ha abbracciato. Ricordo la gente accorsa al santuario di Madhu, nel nord dello Sri Lanka dove ad accogliermi ho trovato, oltre ai cristiani, anche i musulmani e gli indรน, un luogo dove i pellegrini arrivano come membri di unโunica famiglia. O lโaccoglienza nelle Filippine. Ho ancora davanti agli occhi il gesto di quei papร che alzavano i loro bambini, perchรฉ li benedicessi, e mi sembrava che volessero dire: questo รจ il mio tesoro, il mio futuro, il mio amore, per lui vale la pena di lavorare e di fare sacrifici. E cโerano anche tanti bambini disabili, e i loro genitori non nascondevano il loro figlio, me lo porgevano perchรฉ lo benedicessi affermando con i loro gesti: questo รจ il mio bambino, รจ cosรฌ, ma รจ mio figlio. Gesti nati dal cuore. Ancora ricordo le tante persone che mi hanno accolto a Tacloban, sempre nelle Filippine. Pioveva tanto quel giorno. Dovevo celebrare la messa per ricordare le migliaia di morti provocati dal Tifone Hayan, e il maltempo per poco non faceva saltare il viaggio. Ma non potevo non andare: mi avevano tanto colpito le notizie su quel tifone che aveva devastato quella zona nel novembre 2013. Pioveva e io indossavo un impermeabile giallo sopra le vesti per la messa che abbiamo celebrato lรฌ, come si poteva, in un piccolo palco frustrato dal vento. Dopo la messa un cerimoniere mi ha confidato che era rimasto colpito e anche edificato perchรฉ i ministranti, nonostante la pioggia, mai avevano mai perso il sorriso. Cโera il sorriso anche sul volto dei giovani, dei papร e delle mamme. Una gioia vera, nonostante i dolori e la sofferenza di chi ha perso la casa e qualcuno dei suoi cariยป.
Dopo un viaggio, che cosa accade: come ricorda le persone incontrate?
ยซLe porto nel mio cuore, prego per loro, prego per le situazioni dolorose e difficili con le quali sono venuto in contatto. Prego perchรฉ si riducano le disuguaglianze che ho vistoยป.
Tanti viaggi nel mondo, quasi nessuno nei Paesi dellโUnione Europea. Perchรฉ?
ยซLโunico Paese dellโUnione Europea che ho visitato รจ stata la Grecia, con il viaggio di appena cinque ore a Lesbos per incontrare e confortare i profughi, insieme con il miei fratelli Bartolomeo di Costantinopoli e Hyeronimos di Atene (…). Sono poi andato al Parlamento Europeo e al Consiglio dโEuropa a Strasburgo, ma quella รจ stata piuttosto una visita a unโistituzione, non a un Paese. Ma ho comunque visitato altri Paesi che sono europei pur non facendo parte della Unione: lโAlbania e la Bosnia Erzegovina. Ho preferito privilegiare quei Paesi nei quali posso dare un piccolo aiuto, incoraggiare chi nonostante le difficoltร e i conflitti lavora per la pace e per lโunitร . Paesi che sono, o che sono stati, in gravi difficoltร . Questo non significa non avere attenzione per lโEuropa che incoraggio come posso a riscoprire e a mettere in pratica le sue radici piรน autentiche, i suoi valori. Sono convinto che non saranno le burocrazie o gli strumenti dellโalta finanza a salvarci dalla crisi attuale e a risolvere il problema dellโimmigrazione, che per i Paesi dellโEuropa รจ la maggiore emergenza dopo la fine della Seconda Guerra Mondialeยป.
Tra le novitร dei viaggi papali cโรจ, immagino, un protocollo diverso riguardante la sicurezza. ร cosรฌ?
ยซIo sono grato ai gendarmi e alle guardie svizzere per essersi adattati al mio stile. Non riesco a muovermi nelle macchine blindate o nella papamobile con i vetri antiproiettile chiusi. Comprendo benissimo le esigenze di sicurezza e sono grato a quanti, con dedizione e molta, davvero molta fatica durante i viaggi mi sono vicini e vigilano. Perรฒ un vescovo รจ un pastore, un padre, non ci possono essere troppe barriere tra lui e la gente. Per questo motivo ho detto fin dallโinizio che avrei viaggiato soltanto se mi fosse stato sempre possibile il contatto con le persone. Cโera apprensione durante il primo viaggio a Rio de Janeiro, ma ho percorso tante volte il lungomare di Copacabana con la papamobile aperta, salutando i giovani, fermandomi con loro, abbracciarli. Non cโรจ stato un incidente in tutta Rio de Janeiro, in quei giorni. Bisogna fidarsi e affidarsi. Sono consapevole dei rischi che si possono correre. Devo dire che, forse sarรฒ incosciente, non ho timori per la mia persona. Ma sono invece sempre preoccupato per lโincolumitร di chi viaggia con me e soprattutto della gente che incontro nei vari Paesi. Quello che mi impensierisce sono i rischi concreti, le minacce per chi viene e partecipa a una celebrazione o a un incontro. Cโรจ sempre il pericolo di un gesto inconsulto da parte di qualche pazzo. Ma cโรจ sempre il Signoreยป.