Papa Francesco ha ordinato sacerdote Samuel Piermarini. Meglio la tonaca da prete che il calcio. Da portiere promessa della Roma al Seminario.Ha detto no all’allenatore Stramaccioni e alla fidanzata. Convocato a Trigoria è finito in San Pietro: un salto coronato da notevoli studi e sorretto da una grande fede.
Una bella storia. Quasi una favola. Di certo un salto che fa notizia. Samuel Piermarini lo voleva la Roma, se l’è preso il Signore. Da giovane promessa del calcio a sacerdote. Papa Francesco lo ha ordinato in San Pietro in una domenica d’aprile, tutta luce e commozione. Addio calcio e addio anche alla ragazza dopo un anno di fidanzamento.
Meglio il Seminario, giusto e onesto dar retta alla fede. E seguire una chiamata del Signore sempre più chiara, forte, inequivoca. A 17 anni la svolta.
Da Trigoria al Collegio Diocesano “ Redemptoris mater” che da trent’anni forma sacerdoti missionari della diocesi di Roma per la nuova evangelizzazione dell’Europa e del mondo intero.
Lo voleva l’allenatore Andrea Ramaccioni per gli allievi nazionali della Roma. “Sei bravo, ti prendiamo, vieni a firmare “ gli diceva con una certa insistenza volendo allargare la rosa giallorossa (nei suoi anni alla Roma, dal 2005 al 2011 ). Prima di approdare all’Inter. Poi Udinese, Panathinaicos, Sparta Praga. E infine all’iraniana Esteghlal, nei bianco-blu di Teheran. Dunque un mister quotato.
Samuel era in prova da una settimana, convinceva tutti. “Cose di 11 anni fa “ ha confessato in settimana al Corriere della Sera. I dirigenti della Roma non mollavano. Samuel, ti decidi?
Da Trigoria a Papa Francesco
“Io farfugliavo risposte, non so se me la sento. Ramaccioni mi guardava con l’aria di chi pensa: ma sei scemo?”. Niente da fare. E si rifugia in un altro ritiro. Però, stavolta, è spirituale.
Anni di studi in nel Seminario voluto da San Giovanni Paolo secondo.
Ma non ha mai dimenticato di essere un portiere anche oggi che ha 28anni.
Negli anni di formazione sacerdotale si è distinto nella “Clericus Cup“, il torneo del Centro sportivo italiano nel quale si sfidano sacerdoti e seminaristi pontifici con la maglia del Redemptoris Mater. E per il Seminario si è fatto due anni di missione in Brasile.
Quindi ritorno a casa, sei mesi all’EUR a fianco di don Francesco Zanoni. E il calcio giocato? Sta facendo un pensierino sul “calcio a otto”, un torneo a cui partecipa Totti. “Non vedo l’ora di difendere la porta contro di lui”. Don Samuel ha trascorso la vigilia dell’ordinazione in un monastero fuori città.
Dice: “Una vigilia senza ansie, piuttosto una emozione positiva, mi sento felice”.
Calcio e fede: una storia di curiosi incroci. In club grandi e piccoli
Tre nomi: Patrick Kaesberg, Graziano Lorusso, Taribo West. Tre storie tratte da un mazzo robusto. Tre racconti diversi. E curiosi.
Patrick, classe 1986, tedesco, era un terzino sinistro discreto nella Bundesliga. Giocava nell’Aquisgrana. Poi un bel giorno va negli spogliatoi dopo un allenamento e gela i compagni. Dicendo: “Ragazzi sono stato convocato dal Signore. Vado. Non posso farlo aspettare“.
Si è laureato nel 2018. L’anno dopo l’ordinazione.
Graziano Lorusso, classe 1974, era un nazionale Under 17. Ha giocato un Mondiale a fianco di Tacchinardi e Del Piero. Poi la crisi, torna nella sua Gravina (Puglia), la sua casa diventa la chiesa.
Nel 2004 incontra un frate francescano, diventa a sua volta frate e nel 2013 è ordinato sacerdote.
Curiosa la vicenda del nigeriano Taribo West, difensore, due anni a Milano: prima all’Inter, poi solo quattro partite nel Milan. Con Gigi Simoni ha vinto una Coppa UEFA. Diceva di avere 24 anni, poi hanno scoperto che di anni ne aveva 34. Sorvolarono perché aveva un fisicaccio. A Milano Taribone si è autoproclamato pastore pentacostale. Ha fondato una chiesa tutta sua. Memorabile il siparietto con Marcello Lippi, suo allenatore nel 1999.
Ha raccontato lo stesso Lippi al Corriere dello Sport. “ Un giorno eravamo tutti a tavola e Taribo non c’era. Lo mando a cercare. Arriva e mi dice: “ Mister, stavo pregando. Dio mi ha detto che oggi devo giocare“. Ed io: “Strano, a me Dio non ha detto niente. Vieni a mangiare che è meglio. Pregherai dopo “.
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