A Parigi una Madonna piange, stavolta lacrime d’olio

Ogni giorno decine di persone vanno in pellegrinaggio a Garges-lès-Gonesse (Val-d'Oise) per assistere al miracolo

In una casa privata della periferia Nord di Parigi un’icona ortodossa della Vergine Maria da metà febbraio “piange” lacrime d’olio. Così ogni giorno decine di persone vanno in pellegrinaggio a Garges-lès-Gonesse (Val-d’Oise) per assistere al miracolo.

Alcuni hanno anche partecipato ad una messa improvvisata sotto un tendone nella banlieu davanti all’icona della Madonna, spostata per l’occasione. Alla fine della cerimonia, i fedeli hanno fatto la coda per toccare e baciare l’immagine della Vergine.

«E’ la seconda volta che la vedo. La prima volta, è stata un’emozione» ha raccontato Alain Salas, 69 anni, giunto dal comune vicino di Villiers-le-Bel. Da metà febbraio curiosi e devoti si presentano a piccoli gruppi alla porta del padiglione. Domenica una famiglia è arrivata, in automobile, da Colonia, in Germania, sperando di assistere a un miracolo. Ma non è accaduto nulla; la piccola icona in legno , appesa vicino a una finestra, non ha “pianto”.

Sulla superficie, tuttavia, si vedono tracce d’olio. Ma si tratta di un inganno o di un miracolo? Il proprietario dell’icona, Esat Altindagoglu, è molto preciso: «Tutto è cominciato il venerdì prima della Quaresima, il 12 febbraio», assicura. Esat, agente commerciale di 46 anni, di origini turco-libanesi, spiega che un sacerdote libanese ha regalato l’icona a sua moglie per il suo compleanno nel 2006. La signora, molto credente, assicura di essere stata lei la prima a vedere l’olio colare. «Era di mattina. Pregavo davanti all’icona e ho notato che piangeva. Mi sono detta che qualche cosa non era normale», racconta Sevin Altindagoglu, gli occhi umidi per l’emozione. «Era un piccolo miracolo, sicuro e certo. E’ un messaggio inviato dalla Vergine ai suoi figli», afferma il marito.

«Abbiamo pazientato tre giorni. Dal momento che molte persone non credono, non volevamo essere presi per dei matti». Da allora un flusso costante di visitatori giunge nel salone pieno di icone ortodosse. Ogni giorno arrivano, in media, una cinquantina di persone, dalla Francia, dalla Germania e dal Belgio.

«I visitatori spesso portano pezzetti di cotone con cui assorbono l’olio presente sull’icona, sperando in effetti taumaturgici. Una donna è venuta a metà febbraio, spiegandomi che non riusciva ad avere bambini – ha detto la signora Altindagoglu – Ha preso un po’ d’olio su un fazzoletto che ha messo sul ventre. Due giorni fa mi ha richiamato per dirmi che secondo il suo medico era rimasta incinta».

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