A scoprire gli usi e gli sprechi del potere italiano la storia di Pietro Ichino, senatore del Partito democratico, che per motivi di sicurezza, in seguito a minacce delle Brigate rosse, ha la scorta. “Essendo stato eletto al Senato nel 2008, mi sono informato se fosse possibile rinunciare al rimborso delle spese di taxi, ma mi è stato risposto che questo atto non era previsto e avrebbe creato problemi burocratici di difficile soluzione”, scrive il giurista in una lettera al quotidiano Libero.
Insomma per non fare troppi impicci, i tagli ai costi del potere e gli sprechi restano e i circa 200 politici che viaggiano in auto di servizio continueranno a ricevere i rimborsi taxi senza mai aver beneficiato di queste macchine. Ichino ha scelto di devolvere il denaro dell’assegno in beneficenza, alla Fondazione Giuseppe Pera. E gli altri?