Addio ai ladri di biciclette. Se un tempo il neo-realismo di Vittorio De Sica donava romanticismo ai piccoli ladruncoli che s’impossessavano dei mezzi a due ruote, oggi la giunta del sindaco di Parma Pietro Vignali (Pdl) ha detto basta ai furti. Dai primi mesi del 2011 anche le biciclette avranno un sistema anti-ladri: si chiamerà BiciAlarm e sarà un rilevatore elettronico grigio (un cilindro di resina, per non appesantire troppo il mezzo), incollato alla canna delle bici o sul telaio, a segnalare chi tenterà di appropriarsi in maniera indebita di un mezzo altrui. Non appena la bici sarà spostata da un estraneo, scatterà un dispositivo di comunicazione radio che allerterà il proprietario tramite sms.
Non solo: se la bici è in un’area protetta, partirà anche una sirena lampeggiante che allarmerà tutti coloro che sono nelle vicinanze. Per il primo periodo sperimentale le zone “sensibili” saranno piazza Garibaldi e la Direzione uffici comunali del centro emiliano, e il motivo appare chiaro: sarebbe paradossale se nonostante l’applicazione di BiciAlarm, fossero proprio i mezzi a due ruote dei dipendenti comunali ad essere oggetto di attenzioni illecite. In ogni caso, l’area d’influenza del rilevatore è di circa 40 metri. BiciAlarm è il primo esperimento in Italia, ma secondo l’amministrazione parmigiana non tarderà a fare scuola.
Passeggiando per i cortili del palazzo della Pilotta (dal gioco della “pelota” spagnola che veniva praticato nelle corti dell’edificio), nel pieno centro parmigiano, si possono scorgere numerosi immigrati, ambulanti, turisti. Secondo la giunta guidata da Vignali, tra questi ci sono i colpevoli che poi trafficano nel centralissimo piazzale della Pace appropriandosi del mezzo preferito dai parmigiani. Addio alle catene, quindi? «No, a chi acquisterà il dispositivo – spiega Fabio Fecci, assessore comunale alla Sicurezza – consiglio comunque di utilizzare le normali catene per proteggere la bicicletta dai ladri, in quanto dietro ai furti c’è un vero e proprio sistema organizzato».
BiciAlarm è sicuramente un’iniziativa interessante e prestigiosa per l’amministrazione comunale, che offusca la strana operazione della metro di Parma, un progetto voluto dallo stesso Vignali e che poi è naufragato per impraticabilità: il Comitato interministeriale per la programmazione economica ha rifiutato di co-finanziare il progetto. Ma visto che erano già state coinvolte diverse imprese nella realizzazione della metro, si perderanno circa 50 milioni di euro di denaro pubblico per risarcire i danni derivanti dalla mancata attuazione del mega-progetto. E considerando che il capoluogo emiliano conta 180mila abitanti, è curioso realizzare che con 50 milioni di euro i parmigiani avrebbero potuto comprare almeno due biciclette a testa.