ROMA – Si passa comunque, anche quando la barra si sta abbassando. A piedi, scvalcandola di corsa. O peggio, in macchina, o a bordo di un camion. Un attimo, quello in cui pensi di farcela, è invece un’imprudenza letale: queste manovre azzardate sui passaggi a livello sono infatti la prima causa di morte sui binari. Non i deragliamenti o le collisioni. Sedici morti e 3 feriti gravi solo nel 2011. Ci sono meccanismi automatici che negli anni hanno permesso di tagliare dell’80% i morti nella fase di discesa e salita su un treno. Ma il passaggio a livello resta il più insidioso. Come dimostra la vicenda di Cisternino, Brindisi, dove un Freccia Argento diretto a Lecce si è scontrato con un camion fermo sui binari.
Nessun meccanismo automatico, l’unico salvavita possibile, se si resta intrappolati, è l’istinto: l’istinto che fa premere l’acceleratore e sfondare la sbarra. Ma succede raramente, la maggior parte resta lì e al massimo scappa a piedi, come è successo a Cisternino o come era accaduto a giugno vicino Brescia. Qualcuno pensa a eliminare i passaggi a livello. Nel 2011 il gestore Rfi ne ha soppressi 94, con l’obiettivo di sostituirli con sottopassi o cavalcavia. Ma in tutto in Italia ce ne sono 5.901, di cui 1263 gestiti da privati.