La Cgia di Mestre, azienda leader in conteggi socio-economici di ogni sorta (insomma l’ufficio studi della Confederazione artigiani che elabora dati, più un ottimo ufficio stampa che li diffonde talmente bene da averne elevato il rango ad istituzione mediatica) ha calcolato che i danni di guerra, i danni al portafoglio privato derivanti dalla guerra In Ucraina (per ora) assommeranno (per ora) a mille euro a famiglia.
Mille euro, la media.
Mille euro a famiglia, circa. Circa e di media. Mille euro soprattutto se non solo da maggior spesa familiare per comprare le cose di prima. Le cose di prima che costavano meno e che in questo anno costeranno e già costano di più, un di più appunto pari a mille euro a famiglia per il 2022. Mille euro che non solo, come è ovvio, pesano in proporzione più o meno a seconda dell’entità del reddito familiare. Mille euro in più che distribuiscono e spalmano il di più in maniera difforme sui singoli bilanci familiari. Per capirci: le famiglie a reddito relativamente basso destinano per forza di cose una quota di spesa ad alimentazione e casa percentualmente maggiore di quanto non facciano le famiglie a reddito medio-alto. Se, mettiamo, cibarsi costa 500 euro mensili, su un reddito da duemila al mese cibo inciderà per 25%, su un reddito da quattromila per un 12,5 per cento del reddito stesso. E se quei 500 diventano 550 per via di inflazione, ben diversa sarà la percentuale aggiuntiva di reddito da destinare alla spesa alimentare.Â
Mille euro, fiumi di lacrime. Eppure potrebbe essere bassissimo prezzo
Mille euro, verrebbe da dire: magari! Magari a questo modicissimo prezzo si potesse sostenere la guerra delle democrazie liberali contro l’invasione armata. Magari fosse questo il costo per famiglia della polizza di assicurazione politico-militare contro le autocrazie. Ma di magari se ne pronunceranno pochi o nessuno. Al contrario fiumi, cascate, inondazioni di lacrime. La nostra società piange una quotidiana lagna in periodi di vacche grassissime e di manifesta abbondanza e opulenza diffusa di redditi e consumi, figurarsi quando arriva contrazione, diminuzione, sottrazione. Arrivano anche suggerimenti, dall’apparenza strampalati. Però, forse…
In cucina un antidoto ai danni di guerra in famiglia
Associazione pastai (se non se ne intendono loro…) fanno sapere che si può evitare di consumare (e pagare) un sacco di gas e di energia in una stanza di casa: la cucina. Un sacco, una montagna, un botto di mega e maga qualcosa wattori (l’esempio fatto è quello degli stadi illuminati di tutti i campionati e Coppe europei) non consumati e quindi non pagati di tasca familiare solo…cucinando la pasta. Sì, la pasta.
Coperchio e fuoco spento spaghetto al dente…economico
Coperchio sulla pentola dove bolle l’acqua. E fin qui ci siamo, si intuisce che così bolle prima, con meno energia consumata. Tanti i cucina già lo fanno da tanto. Poca acqua nella pentola, così va a bollire con meno energia. Anche questo è lapalissiano o quasi. Però anche un po’ sospetto: sospetto sia un consiglio buono per americani o giapponesi o australiani o russi (quando ricominceranno a mangiare spaghetti). La poca, pochissima acqua in cui calare la pasta è segno indistinguibile delle abitudini in cucina di chi la pasta la mangia incollata e scotta, vedi le vaste aree del mondo di cui sopra e aggiungere altre che pure in Svezia o in Sudafrica non è che la pasta te la facciano al dente. Un italiano/a sa e non può non sapere che la quantità d’acqua è in relazione e proporzione alla quantità di pasta calata, è una misura che gli viene…naturale. Naturale da lunga e precoce esperienza empirica. Diciamo quindi coperchio sulla pentola e acqua giusta (perché a dire poca acqua si fa equivoco e un po’ si offende). Ma è il terzo che stupisce.
Ultimare la cottura a fuoco spento
Il terzo consiglio è niente meno che spegnere il fuoco sotto la pasta, spegnere il fuoco sotto la pentola con la pasta che sta cuocendo nell’acqua. Una cosa a prima vista tra la sciocchezza e il sacrilegio. Dicono che la pasta cuoce lo stesso anzi meglio se spegni il fuoco dopo i primi due/tre minuti di cottura a fuoco acceso. Sarà …forse vale la pena di provarci. Però, provateci prima voi.