Pd Lazio, 2,6mln di euro in rimborsi per ostriche, multe e olio: 6 indagati

Pd Lazio, 2,6mln di euro in rimborsi per ostriche, multe e olio: 6 indagati

ROMA – Ostriche, vecchie multe da pagare, olio delle campagne di Rieti e ancora cesti natalizi e cene. Questi i rimborsi di alcuni parlamentari del Lazio pagati con 2,6 milioni di euro di fondi regionali tra il 2010 e il 2012. Dopo il caso di Franco “Batman” Fiorito del Pdl, ora a finire nel mirino della Procura di Rieti con l’accusa di brogli sui rimborsi sono 6 ex consiglieri regionali del Pd, che estromessi da Nicola Zingaretti alla Regione Lazio furono “riciclati” in Senato.

Alessandro Capponi e Ilaria Sacchettoni sul Corriere della Sera scrivono:

“Sotto accusa l’intero gruppo Pd in Regione durante la consiliatura Polverini con accuse che vanno dal peculato, alla truffa aggravata, dal finanziamento illecito al falso. Una volta caduta la giunta Polverini, l’allora candidato del centrosinistra Nicola Zingaretti condusse una battaglia col partito per non far ripresentare in Regione neanche uno dei consiglieri uscenti. Così molti di loro, oggi sotto accusa, sono stati candidati direttamente in Parlamento.

Fra gli indagati, infatti, ci sono gli attuali senatori Claudio Moscardelli, Bruno Astorre, Carlo Lucherini, Francesco Scalia e Daniela Valentini. Sotto inchiesta anche il sindaco di Fiumicino, Esterino Montino, il cui nome era affiorato all’avvio delle indagini, così come quelli di Enzo Foschi – già nella segreteria del sindaco di Roma, Ignazio Marino – e del tesoriere Mario Perilli“.

Tra gli indagati c’è anche Marco Di Stefano, deputato Pd, che è accusato di corruzione per fatti che risalgono alla giunta Marrazzo:

“quando da assessore al Demanio avrebbe intascato una tangente milionaria per alloggiare la società «Lazio Service» nei locali dei costruttori romani Pulcini. Un’inchiesta che ha intersecato anche il giallo della scomparsa del suo ex collaboratore Alfredo Guagnelli. Di Stefano e gli altri saranno ascoltati in Procura per rispondere a una serie di contestazioni. Secondo gli investigatori avrebbero chiesto al partito rimborsi maggiorati su spese ordinarie, da quella per il taxi ai biglietti ferroviari e aerei. In nota al partito anche spese ordinarie, pranzi e cene in ristoranti dal menu a base di pesce”.

E non mancano nemmeno elargizioni per collaborazioni occasionali che, secondo la Procura, non sarebbero ma avvenute:

“Nel mirino degli investigatori anche rimborsi per murales nel quartiere popolare del Quadraro. Sul conto del partito in Regione sarebbero finiti pure il finanziamento di una serie di sagre paesane, di tornei di calcio e, per l’accusa, di attività non riconducibili alla politica”.

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