SAN MINIATO (PISA) – Nella “rossa” Toscana il (fu) “rosso” Pd è incappato in una storia a luci rosse. La vicenda della segretaria del partito di San Miniato (Pisa) protagonista del film porno “E’ venuto a saperlo mia madre”, prodotto dalla toscana “CentoXCento” (Guarda le foto) ha scombussolato i democratici a livello regionale. La partecipazione a un filmino hard amatoriale non può e non deve rovinare una carriera politica (soprattutto se pensiamo a Cicciolina e Moana Pozzi, candidate al Parlamento proprio perché pornostar). Ma certo è un’occasione senza precedenti per diffamare giovani ragazze che non hanno ancora le spalle larghe e le entrature giuste.
Torniamo alla sfortunata attrice. Prima le voci sulla sospensione della ragazza, poi smentita dal partito, e in seguito quelle delle dimissioni delle ragazza, che paiono confermate (ma non in seguito allo “scandalo”: doveva solo preparare al meglio la tesi). Poi, subito dopo, il toto-nome: chi è questa attrice amatoriale in mascherina, poi smascherata grazie alle foto su Facebook? Sul gioco del “chi è” si innestano gli scherzi da prete, in questo caso da compagno. Basta far passare un nome sbagliato, e il danno è fatto.
Il primo giornale ad avanzare un’ipotesi concreta (e sbagliata) è stato il Secolo XIX: sulle pagine del sito ligure, nel blog a nome di Diana Letizia, era stato pubblicato un nome (di una ragazza che non c’entra nulla con questa storia e che è stata ingiustamente tirata in ballo). La ragazza aveva semplicemente pagato il fatto di essere carina di far parte della segreteria Pd di San Miniato (come scritto da giornali locali e dalle agenzie di stampa appena questa storia è venuta a galla).
La storia ha imbarazzato e non poco i vertici del partito in Toscana, perché la ragazza tirata in ballo dal Secolo XIX fa parte dello staff del capogruppo democratico in Consiglio Regionale, Vittorio Bugli. Dagli uffici del partito in Toscana e da quelli del Consiglio regionale sono arrivate alla redazione di Blitz Quotidiano (che aveva ripreso gli articoli del Secolo XIX) telefonate infuocate che chiedevano l’immediata rimozione (peraltro doverosa) del nome della ragazza ingiustamente coinvolta nella vicenda.
Ma le telefonate, se possibile, non hanno fatto altro che infittire il mistero. Perché, in maniera quasi accidentale, un’ammissione è arrivata: la ragazza coinvolta nella storia è “un’altra che è nel Pd”. E chi? E perché nessuno dal partito ha fatto prima quel nome per dare maggior forza alla difesa della ragazza ingiustamente accusata? Se non c’è niente di cui vergognarsi, come non hanno esitato a dire esponenti del Pd, perché nasconderla come se ci si vergognasse di questa storia? Va per caso applicata la teoria del “due pesi due misure” oppure viene condivisa dal partito l’idea berlusconiana per cui ognuno a casa propria fa quello che vuole e la cosa non deve essere di dominio pubblico? Anche il tenore delle telefonate (in cui ci è stato “intimato di cancellare il nome della ragazza ingiustamente indicata e di pubblicare subito un articolo di scuse”) denotava un certo nervosismo negli ambienti del partito.
Se il reticente Pd toscano non ha dato un’identità a questa pornostar amatoriale, ci ha pensato il mondo del web (come al solito) a fornire nome e cognome: sulla pagina Facebook di Blitz Quotidiano è arrivato un commento all’articolo “Porno segretaria: è toto-nome. Dal Pdl scherzano: “Passi con noi””, in cui avevamo scritto il nome citato dal Secolo XIX. Un utente è stato piuttosto esplicito: “Ma quale totonome. Si chiama … …”.
Il nome di battesimo coinciderebbe con quello avanzato dal settimanale GQ. Facile trovare anche altre coincidenze. Ma nessuna certezza. Secondo le notizie raccolte dall’Ansa, “gli ultimi viaggi che aveva fatto erano stati in Svezia e in Danimarca – racconta un ragazzo inserito nel mondo della sinistra sanminiatese – e stando a quel che raccontava era proprio il modo di vivere il sesso di quelle popolazioni che l’attirava così tanto”. E avrebbe avuto come relatore della tesi un docente di lingue e letterature nordiche.
Inoltre, la protagonista del video hard, ha scritto l’Ansa “si è laureata in lettere da pochi giorni con una votazione intorno a 100”. Altra coincidenza, visto che la sua seduta si sarebbe tenuta il 20 giugno. Un indizio, non una prova schiacciante.
Certo è che l’internauta che ha lasciato il commento sul profilo di Blitz non è l’unico, a quanto pare, a credere di aver individuato la segretaria-attrice. Sul sito di Pier Luigi Bersani, l’utente loggato come Nonno Ernesto ha così commentato: “una comoda carriera politica gettata nel cesso per un colpo di testa.. ma cosa passa per la testa dei giovani di oggi?? certe cose le facevamo anche noi, ma in privato e senza testimoni! pensavi forse che nell’era di internet una mascherina potesse salvarti la privacy? sono arrivato a questa pagina in due minuti da Google, vedi tu..”. E l’articolo sotto il quale è stato postato il commento non era sulla storia del film hard. Ma anche questo potrebbe essere un tentativo (tutto interno) di diffamare un’altra giovane militante Pd.