Padofilia: preside assolto in appello dopo una condanna a 5 anni

In primo grado, nel maggio scorso, era stato condannato a 5 anni e mezzo di reclusione per non aver denunciato gli abusi su 8 alunni compiuti da un maestro nella scuola che dirigeva. Oggi Fausto Caielli, ex preside di una scuola elementare di Quarto Oggiaro, a Milano, è stato assolto perchè il fatto non costituisce reato dalla Prima sezione della Corte d’appello del capoluogo lombardo, che ha anche ridotto da 11 a 8 anni la condanna per l’insegnante.

Stando alle indagini, il maestro Antonio Silvestra, tra il settembre e il dicembre del 2007, avrebbe molestato e maltrattato otto alunni della scuola elementare. Il preside era accusato di concorso omissivo nelle violenze e nei maltrattamenti, perchè, secondo l’accusa, non avrebbe denunciato gli abusi sugli allievi e non avrebbe preso alcuna iniziativa per fermare il comportamento del maestro.

Dopo la condanna in primo grado, però, oggi per il dirigente scolastico, ora in pensione e difeso dall’avvocato Franco Rossi Galante, è arrivata l’assoluzione perche il fatto non costituisce reato, ossia, secondo il legale, i giudici hanno ritenuto l’assenza del dolo nel comportamento del preside. Al momento della lettura della sentenza sono arrivati gli applausi in aula di alcuni cittadini di Quarto Oggiaro che hanno creato un comitato in solidarietà a Caielli, di cui fanno parte circa 200 persone.

“Tutta questa gente credeva in me”, ha commentato il preside dopo la sentenza. ”Io ho agito in perfetta buona fede – ha spiegato il dirigente scolastico – certo, se tornassi indietro, denuncerei subito. La verità però è che io ho temporeggiato per capire davvero quale fosse la situazione”.

L’uomo ha spiegato che ”in quel momento mi sembrava inverosimile che il maestro potesse fare quello che in realtà ha fatto dentro la classe”. L’uomo ha raccontato inoltre che non ricevette alcuna denuncia scritta da parte dei genitori, i quali ”anche dopo avermi raccontato alcune cose continuavano a mandare i loro figli a scuola”.

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Alessandro Avico