ROMA – La promessa era quella di far ottenere il permesso di soggiorno, anche se non tutto era in regola. La condizione era di pagare tangenti, anche di 1500 euro, altrimenti niente documenti. Avrebbe agito così, a Roma, un ispettore dell’Ufficio stranieri del commissariato Prenestino, secondo quanto emerso dalle intercettazioni.
L’ispettore è stato arrestato, con l’accusa di concussione, dai colleghi dell’Ufficio immigrazione della Questura e della Squadra Mobile. Avrebbe avuto un complice, l’ispettore Alessandro Zeschi, 46 anni: Ayad Bendami, 47 anni, anche lui arrestato. Secondo l’accusa i due avrebbero preteso 1500 euro da un extracomunitario, un panettiere algerino sposato con un’italiana.
Il modus operandi, secondo l’accusa, era sempre lo stesso: o i soldi o Zeschi avrebbe impedito di ottenere il permesso di soggiorno. I due – destinatari delle ordinanze emesse, su richiesta del pm Paolo Ielo, dal gip Valerio Savio – sono accusati anche di altro, di aver chiesto ad una coppia di stranieri 150 euro affinchè l’ispettore sollecitasse il rilascio dei loro permessi di soggiorno.
Tutto ruotava intorno alle pratiche relative ai ricongiungimenti familiari. Alcuni immigrati, sposati con italiani, venivano dichiarati residenti insieme al coniuge, in modo che potessero ottenere la cittadinanza. Non è escluso che le indagini possano portare alla luce anche simili pratiche su falsi matrimoni.
Non è la prima volta che il commissariato Prenestino è al centro di tali vicende. Lo scorso anno due agenti erano finiti ai domiciliari per aver preteso soldi e regali da un commerciante extracomunitario dietro la prospettiva di possibili noie di carattere amministrativo.
