Pescara, strada fantasma: un arresto e 12 indagati

Uno scandalo vecchio di dieci anni torna alla ribalta. Al centro della nuova bufera giudiziaria la cosiddetta Mari e Monti di Penne, la strada statale 81 Piceno – Aprutina, il cui tracciato ipotizzato invadeva la Riserva naturale del lago omonimo della cittadina. Una strada maledetta, mai cominciata veramente (il progetto non ha mai visto la luce e il cantiere è stato sequestrato nel febbraio del 2008), con un tracciato che secondo gli inquirenti sarebbe stato modificato artatamente per trarne vantaggi economici a scapito dell’impatto sul territorio.

Carlo Toto

Un’opera fantasma, le cui origini risalgono al duemila, alla quale lavorava l’ingegnere romano e attuale consulente post terremoto a L’Aquila Carlo Strassil, arrestato ieri dalla Forestale nella sua casa di Roma su richiesta del pm Gennaro Varone e ordine del gip Luca De Ninis. Strassil, progettista anche della Teramo-Mare, avrebbe modificato il progetto per offrire vantaggi a Carlo, Paolo e Alfonso Toto, titolari dell’appalto, per poi incassare un compenso, versato dall’Anas, di due milioni e 245 mila euro per la sua attività.

La nuova bufera giudiziaria, che inquina anche la ricostruzione del capoluogo abruzzese, scaturisce da un’inchiesta della procura di Pescara nata da un esposto del direttore della Riserva, in seguito della quale le autorità hanno scoperto uno sconfinamento dei lavori nell’Oasi per 1,5 chilometri. Dodici gli indagati, tra i quali spiccano, oltre ai Toto, anche l’ex sindaco di Pescara Luciano D’Alfolso, ritenuto dal gip “tutore degli interessi dei Toto quale esponente di spicco della politica abruzzese”, Fabio De Santis, ex provveditore delle opere pubbliche della Toscana e all’epoca dei fatti responsabile del procedimento per l’Anas tuttora in carcere a Firenze per l’inchiesta sul G8 della Maddalena, Valeria Olivieri, il commissario straordinario che aveva incaricato Strassil di rielaborare una perizia di variante dopo lo stop ai lavori del primo lotto, e altri responsabili dell’Anas.

La Toto Spa si difende diramando una nota nella quale afferma di aver operato correttamente e nel rispetto di leggi e regolamenti. Il Wwf invece esulta: “Con il nostro intervento e con l’azione della Forestale” – dice Dante Caserta, consigliere nazionale – “abbiamo scongiurato la realizzazione di un ecomostro”.

*Scuola di Giornalismo Luiss

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Sandro