Piazza Fontana, 40 anni dopo: polemica sulle targhe

Era il 12 dicembre del 1969, una con sette cili di tritolo esplose nella sede della Banca Nazionale dell’Agricoltura, in piazza Fontana, a Milano.

Erano le 16,37 di un pomeriggio che ha segnato la storia d’Italia: con le sue 17 vittime e gli 80 feriti quella strage resta un mistero insoluto, senza colpevoli.

Le indagini si spostarono prima  sui movimenti anarchici:  il ferroviere Giuseppe Pinelli venne fermato, ma  tre giorni precipitò misteriosamente  dalla finestra della Questura. Nel 1972 un commando  uccise il commissario Luigi Calabresi.

Tutte le persone presenti al momento della morte di Pinelli sono state assolte nel 1975 dall’accusa di omicidio colposo perché ‘il fatto non sussiste’.

Quarant’anni dopo Milano ricorda quei morti con due cortei distinti, ma anche nel giorno dell’anniversario si accendono le polemiche sulle targhe di Piazza Fontana.

La prima è firmata dagli «studenti e democratici milanesi», si legge: «al ferroviere anarchico ucciso innocente nei locali della questura». Diverso ciò che c’è scritto sulla lapide fatta mettere dal comune di Milano nel 2006: «morto tragicamente nei locali della questura».

I protagonisti si chiamano Valpreda, Freda, Ventura, Zorzi e si cerca ancora la verità nel mistero fatto di anarchici, neofascisti, servizi segreti deviati.

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luiss_smorgana