Il generale Gianadelio Maletti, ex capo del Reparto D del Sid è stato sentito come teste nel processo per la strage di piazza della Loggia che causò otto morti e oltre 100 feriti durante una manifestazione antifascista il 28 maggio 1974.
Maletti, che in Italia è stato arrestato e processato per favoreggiamento in un’altra vicenda, vive in Sudafrica ed è stato sentito in videoconferenza. I Pm Piantoni e Di Martino l’hanno interrogato, in particolare, sulla segnalazione che gli era pervenuta, mentre era in servizio, di un camion con a bordo dell’esplosivo, giunto in Italia passando dal Brennero.
Maletti ha confermata la circostanza e ha detto che la segnalazione risale al 1972. Anche Maurizio Tramonte, uno degli imputati nella strage aveva parlato di camion carichi d’esplosivo.
L’audizione di Maletti riprenderà il 4 maggio prossimo.
Il generale Gianadelio Maletti nella deposizione in videoconferenza dal Sudafrica si è soffermato anche sui rapporti tra Cia e Servizi segreti Italiani. «La mia sensazione – ha detto – è che gli americani avessero dubbi sull’ermeticità dei servizi italiani».
Ha inoltre detto, sempre rispondendo ai Pm sugli anni in cui era al Sid, che «non gli risultano collegamenti tra la Cia e i gruppi eversivi italiani». Sempre con riferimento al servizio segreto statunitense ha aggiunto: «So che ha aiutato il Sid, ma non per quanto tempo e per quali somme. Tra i loro apporti vi fu quello alla creazione di un campo d’addestramento in Sardegna».
A Maletti è stato anche chiesto se si fosse occupato, allora, della strage di Piazza della Loggia e ha risposto negativamente: «Non avevo rapporti relativi a quei fatti, se ne occupavano già le forze dell’ordine».
