Picchiatori incappucciati, il nuovo trend della camorra

Incappucciati. La definisce così Gaetano Giacobbo, un ex affiliato ai D’Ausilio, la banda  che negli ultimi mesi sta  seminando terrore nelle zone di Bagnoli, Fuorigrotta e Agnano. Picchiatori, mazzieri, gente violenta, che agisce su precisi mandati criminali e che hanno un compito: picchiare, indimidire, fare danni, impedire denunce e strappare tangenti. Tutto senza fare troppo rumore, spiega il pentito. L’avvento della “ banda degli incappucciati” è descritto negli atti di un processo a carico di quattro presunti estorsori da Gaetano Giacobbo, prima killer e ora collaboratore di giustizia.  “È una strategia con un obiettivo: evitare morti ammazzati, agguati a colpi di arma da fuoco, che fanno scattare inevitabilmente denunce, indagini, blitz e perquisizioni nelle abitazioni dei pregiudicati della zona. Invece, colpire a mani nude o con una mazza da baseball – ha aggiunto l’ex killer – ti consente di fare male senza avere disturbi, incassare tangenti senza troppi rischi”.

L’indagine, ancora in corso, è condotta dal pm anticamorra Michele Del Prete e punta a smontare il sistema criminale costruito da Domenico D’Ausilio, che fino adesso è sempre stato assolto in aula da ogni accusa. Giacobbo ripercorre la sua vita criminosa e spiega passaggi e affiliazioni da un clan all’altro. In carcere avviene la sua consegna al clan D’Ausilio. Tutto il contenuto del fascicolo della Direzione Distrettuale Antimafia, delitti, omicidi, pestaggi e meccanismi utilizzati dal clan per le estorsioni, raccontato da Giacobbo è ora al vaglio degli investigatori, in un processo con quattro imputati (difesi tra gli altri, dai penalisti Riccardo Ferone e Carmine Galloro) colti sul fatto un anno e mezzo fa mentre taglieggiavano un imprenditore edile.

* Scuola Giornalismo Luiss

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Sandro